Ursula von der Leyen: Putin non è disposto alla pace, bisogna rafforzare le sanzioni

Prima dell'inizio del vertice della Comunità Politica Europea, che si tiene a Tirana, la principale diplomatica europea Ursula von der Leyen ha fatto una dichiarazione forte riguardo alle intenzioni e alle azioni del leader russo Vladimir Putin. Secondo le sue parole, gli ultimi passi del Cremlino testimoniano la sua riluttanza a risolvere il conflitto diplomaticamente e a progredire verso la pace. Ha sottolineato che, per raggiungere questo obiettivo, è necessario rafforzare le restrizioni sanzionatorie contro Mosca, poiché al momento non ci sono tempistiche chiare per negoziati di pace. Ursula von der Leyen ha evidenziato che in passato Putin aveva usato una retorica pacifista, tuttavia tali dichiarazioni non corrispondevano alle sue azioni. In particolare, all'inizio di maggio, il presidente russo ha chiamato a un cessate il fuoco, facendo comunque notare che questa richiesta è arrivata il giorno prima della Festa della Vittoria dell'8 maggio. Tuttavia, già pochi giorni dopo, ha rifiutato questa promessa, imboccando la strada di una escalation ulteriore del conflitto. Un altro momento importante – l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, ha chiesto un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni per permettere negoziati. Putin ha ignorato questa richiesta, concentrandosi invece sulla continuazione delle ostilità. Particolare attenzione al vertice merita la proposta annunciata – cioè che Putin avrebbe suggerito di condurre negoziati bilaterali tra Ucraina e Russia in Turchia. Volodymyr Zelensky era disponibile all’incontro, ma il presidente russo non si è presentato ai negoziati. Questo, secondo quanto affermato da von der Leyen, conferma ancora una volta la reale intenzione del Cremlino: evitare la pace e mantenere il conflitto fino all’impossibilità. "Il rifiuto di incontrarsi e di ignorare gli appelli alla pace dimostra che Putin non desidera una soluzione diplomatica del conflitto", ha dichiarato. Dato questo contesto, l’Unione Europea ha annunciato l’intenzione di approvare un nuovo pacchetto di sanzioni, che rappresenterà un rafforzamento di quelle già esistenti. Queste misure includeranno, tra l’altro, sanzioni contro il sistema di oleodotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, che hanno un impatto significativo sulla sicurezza energetica di Russia e UE. Inoltre, si prevede di inserire in una lista nera più navi della “flotta oscura” del Cremlino, coinvolte nell’evitare le restrizioni, e di introdurre limiti sui prezzi del petrolio, riducendo il massimo limite di prezzo per il petrolio russo. È importante anche ampliare le sanzioni nel settore finanziario russo, con l’obiettivo di aumentare la pressione economica per costringere il Cremlino a tornare ai negoziati. "Desideriamo la pace, ma per ottenerla bisogna aumentare la pressione", ha affermato Ursula von der Leyen. "Finché il presidente russo non mostrerà disponibilità al compromesso e fermerà le aggressioni, i nostri provvedimenti verranno rafforzati. Solo attraverso pressioni economiche e politiche potremo costringerlo a cambiare posizione e tornare ai negoziati di pace." Per quanto riguarda le aspettative sul vertice della Comunità Politica Europea, gli esperti concordano sull’idea che il tema principale sarà il rafforzamento delle sanzioni contro Mosca. Si tratta già del secondo forum in questa cornice – il precedente si è svolto nel novembre 2024 a Budapest, e allora i partecipanti avevano posto le basi per un’ulteriore pressione dura sulla Russia. Ora, la discussione si concentra su misure di carattere giuridico ed economico mirate ad accelerare il processo di cessazione della guerra e il ritorno alla diplomazia. In considerazione dell’attività militare e delle sfide diplomatiche, cresce l’aspettativa che proprio in questo vertice sarà definita una nuova strategia dell’Unione Europea contro l’aggressione della Russia. Il rafforzamento delle sanzioni e la pressione politica dovrebbero dimostrare che l’UE rimane un fronte unito nel difendere gli standard internazionali di pace e sicurezza. I partecipanti sottolineano che misure così radicali sono necessarie non solo per sostenere l’Ucraina, ma anche come segnale al Cremlino – che l’aggressione militare e l’ignorare i canali diplomatici non resteranno impuniti.