Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán si prepara, durante l’incontro programmato con il Segretario Generale della NATO, Marco Rutte, a esprimere la sua profonda contrarietà e preoccupazione riguardo alle azioni dell’Ucraina nei confronti del suo paese

Chas Pravdy - 16 Maggio 2025 17:25

Questo diventerà un altro episodio della crescente tensione tra Budapest e Kiev nel contesto degli ultimi incidenti diplomatici, che assumono un carattere insolito e allarmante. Secondo un rapporto pubblicato dal media indipendente ungherese Magyar Nemzet e confermato dagli analisti di «European Pravda», Orbán intende durante l'incontro con il leader della NATO esprimere apertamente le sue rivendicazioni e preoccupazioni riguardo alla politica e alle azioni ucraine, che, a suo dire, sono «inaccettabili» per le relazioni tra Ungheria e Ucraina. Il primo ministro sottolinea che la situazione ha raggiunto un livello tale da non poter essere ignorato — ritiene che l'Ucraina stia conducendo una campagna mirata e coordinata di discriminazione e pressione diretta contro l'Ungheria, utilizzando finanziamenti e organizzazioni con il coinvolgimento dei servizi segreti ucraini. Secondo Orbán, le dure dichiarazioni e azioni da parte dell'Ucraina «superano i limiti» e mettono in discussione future collaborazioni. Egli definisce ciò «parte di una campagna sistematica di delegittimazione dell'Ungheria, orchestrata dai servizi segreti ucraini», aggiungendo che tale approccio è «assolutamente inaccettabile nel contesto delle relazioni internazionali moderne». Viktor Orbán evidenzia che proprio per questo motivo ritiene necessario rivolgersi alla leadership della NATO per ottenere una chiarificazione netta — in che misura l'Alleanza sostiene questa linea e come valuta gli attacchi sistematici contro la parte ungherese. Inoltre, sottolinea che questa nuova escalation di tensione non è avvenuta per caso. Gli eventi recenti si sono trasformati in un vero e proprio conflitto diplomatico, aggravatosi dopo che i servizi segreti ucraini hanno dichiarato di aver smascherato una cosiddetta rete di agenti dell'intelligence militare ungherese, operativa presumibilmente nella regione del Transcarpazia — una regione ucraina con una popolazione ungherese significativa. In risposta, Budapest ha annunciato l'espulsione di due diplomatici ucraini, accusandoli di attività di spionaggio. La parte ucraina ha replicato annunciando lo stesso provvedimento nei confronti di due diplomatici ungheresi, fatto che ha portato a un ulteriore escalation della crisi. Ancora più, Budapest ha arrestato un cittadino ucraino, ex diplomatico, che, secondo fonti locali, è stato successivamente deportato dal paese. Questi eventi hanno suscitato ulteriori preoccupazioni e approfondito la crisi nei rapporti bilaterali. Contemporaneamente, gli esperti sottolineano che dietro queste situazioni di conflitto potrebbe esserci una strategia più ampia di Orbán, che mira a utilizzare la questione ucraina per rafforzare le sue posizioni in vista delle imminenti elezioni interne. Si ipotizza che il premier ungherese cerchi di sfruttare la crisi con l'Ucraina per potenziare la propria influenza sia nei dibattiti parlamentari sia per ottenere un supporto politico aggiuntivo all'interno del paese. In conclusione, la situazione rimane tesa e in rapido mutamento. È difficile prevedere come si svilupperanno gli eventi nelle prossime settimane, ma una cosa è evidente: il ruolo dell'Ucraina nella politica regionale, specialmente nel contesto dell'integrazione euro-atlantica, continua a suscitare discussioni e scenari strani, che potrebbero avere conseguenze di vasta portata per la stabilità strategica nell'Europa Centrale e Orientale e direttamente per lo status dell'Ucraina sulla scena internazionale.

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