Il Cremlino ha confermato ufficialmente: il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà alle negoziazioni previste con la delegazione ucraina a Istanbul

Questa comunicazione ha suscitato un notevole risonanza nei circoli politici — soprattutto considerando le dichiarazioni precedenti e le aspettative intorno alla possibilità di un incontro, che erano emerse nei giorni precedenti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista all’agenzia di stampa russa "RIA Novosti", ha sottolineato chiaramente che, al momento, non ci sono ragioni per parlare della partecipazione di Vladimir Putin ai futuri negoziati. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla probabilità della sua partecipazione agli incontri previsti in Turchia, egli ha risposto in modo breve e deciso: "Non è possibile". Tuttavia, in questa risposta risiede non solo un’informazione, ma anche un segnale — una conferma ufficiale da parte del Cremlino che il capo del paese aggressore non intende partecipare di persona a questi eventi diplomatici. Già la sera del 10 maggio, il presidente russo aveva fatto una dichiarazione inaspettata che evidenzia un possibile interesse di Mosca per una risoluzione diplomatica del conflitto. Secondo lui, Mosca sarebbe intenzionata a "negoziati diretti" con Kiev a Istanbul già dal 15 maggio. È importante sottolineare che questa affermazione è risultata da un’informazione ufficiale diffusa dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Egli ha confermato a Zelensky che la Turchia è pronta a fungere da piattaforma per negoziati diretti tra Ucraina e Russia. Ha anche detto che, qualora il leader ucraino e il presidente russo accettassero, gli incontri si svolgerebbero nel suo paese — ad Ankara o, secondo altre fonti, a Istanbul. Lo stesso Volodymyr Zelensky, durante un recente intervista, ha annunciato che l’incontro previsto per il 15 maggio con il leader turco si terrà ad Ankara. Tuttavia, ha aggiunto che, qualora i rappresentanti russi — incluso Putin — accettassero di incontrarsi a Istanbul, l’Ucraina sarebbe pronta a cambiare luogo di negoziazione e ad andare proprio lì. Parallelamente, il capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, Andriy Yermak, ha sottolineato che Kyiv è aperto a qualsiasi formato di negoziati, purché avvenga un immediato cessate il fuoco completo — senza condizioni aggiuntive e direttamente. Un punto importante: alla fine della giornata del 14 maggio, Putin ha autorizzato la composizione della delegazione russa che parteciperà alle procedure negoziali in Turchia. Tuttavia, nel elenco dei partecipanti non figurano direttamente il presidente russo, che invece sarà rappresentato da altri membri di cui le fonti russe non precisano i nomi. Le autorità ucraine hanno comunicato che, in ogni caso, sono pronte a incontrare la squadra russa per discutere, tra l’altro, le questioni di attuazione e monitoraggio di un regime di cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, proposto dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In generale, la situazione intorno alle possibili negoziazioni inizia a diventare sempre più tesa e incerta. L’assenza della partecipazione diretta di Putin e l’ufficiale conferma della sua assenza escludono ogni speranza di un rapido esito del conflitto attraverso incontri diplomatici diretti. Mentre l’Ucraina insiste sull’importanza di condizioni di sicurezza e sulla cessazione del fuoco prima di qualsiasi negoziato, in Kremlino si mantiene il gelo diplomatico e si indicano preparativi per un processo lungo. I prossimi giorni mostreranno quanto siano realistiche le possibilità di un diplomatico riequilibrio e se emergeranno nuove bozze di accordo in questa complessa e multifaccetica partita diplomatica intorno al conflitto tra Ucraina e Russia.