L’Unione Europea si prepara per una nuova fase di aumento delle misure restrittive contro la Russia, pianificando l’adozione del 18º pacchetto di sanzioni in risposta alla lunga aggressione e alle azioni del Cremlino

Chas Pravdy - 13 Maggio 2025 17:47

A comunicarlo in una conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dell'UE sull'economia e la finanza a Bruxelles è stato il vicepresidente della Commissione Europea, l’europarlamentare con delega all’economia, Valdis Dombrovskis. Secondo lui, il lavoro sul 18º pacchetto di sanzioni comincerà subito dopo aver concluso quello sul 17º. Dombrovskis ha assicurato che la Commissione Europea è decisamente determinata a proseguire la pressione sanzionatoria sulla Russia, introducendo nuovi meccanismi di restrizione e misure nell’ambito di questa strategia. Ha sottolineato che l’UE continuerà ad intensificare le sanzioni, concentrandosi su un impatto più profondo sulle fonti di reddito principali di Mosca. Parlando dei possibili settori su cui esercitare ulteriore pressione, il vicepresidente della Commissione ha osservato che la maggiore fonte di profitto per la Russia è l’esportazione di combustibili fossili, in particolare petrolio e gas. Per questo motivo, l’obiettivo principale dell’UE attualmente è limitare le importazioni di carbone russo, oltre a imporre restrizioni sulle forniture di petrolio. La comunità europea, in collaborazione con i partner del G7, sta attivamente lavorando per stabilire un tetto massimo sul prezzo del petrolio russo, al fine di evitare un’evasione illegale dell’embargo attraverso un flotilla clandestina da parte della Russia. Dombrovskis ha messo in evidenza che l’Europa ha anche proposto una strategia graduale per interrompere gli acquisti di gas naturale russo, allo scopo di ridurre la dipendenza e privare l’aggressore di una fonte fondamentale di finanziamento. Tuttavia, ha aggiunto che la Russia cerca nuovi mercati per le sue risorse energetiche; mentre questo aiuta a ridurre i loro ricavi nel breve termine, quei paesi pagano molto meno rispetto ai consumi tradizionali in Europa. Un ruolo importante nella resistenza all’aggressione russa è svolto anche dalla Polonia, attuale presidenza del Consiglio dell’UE. Il ministro delle finanze polacco, Andrzej Dudański, ha affermato che il futuro dell’economia russa dipende direttamente dalle esportazioni di energia — principale fonte di entrate del Cremlino. Secondo lui, la strategia più efficace per limitare le risorse finanziarie dell’industria militare russa resta quella di ridurre le esportazioni di combustibili fossili. Dudański ha sottolineato che l’intero pacchetto di sanzioni precedente e le nuove iniziative della Commissione sono finalizzate a questo obiettivo — ridurre i profitti della Russia mediante l’esportazione energetica. Ciò include anche la recente strategia di cessazione delle forniture di gas naturale russo all’UE, realizzata in più fasi. Allo stesso tempo, il ministro polacco ha evidenziato che l’Europa continua a lavorare per sviluppare meccanismi adeguati per rafforzare la pressione sulla Russia, sia attraverso l’introduzione di nuove restrizioni, sia migliorandone l’applicazione. Questo è fondamentale per contrastare le evasioni delle sanzioni e prevenire il loro attraversamento illegale tramite schemi complessi e tattiche navali. Ricordiamo che la preparazione del 17º pacchetto di sanzioni è iniziata già a fine aprile, quando i rappresentanti dell’UE hanno iniziato a discutere di misure ipotetiche mirate principalmente ad aumentare la pressione sulla società ucraina e sulle forze militari del Cremlino, così come a contrastare la flotta illegale e le schemi clandestini di movimentazione delle merci russe. Si prevedeva che questo pacchetto potesse essere adottato già il 20 maggio, durante una sessione all’estero del Consiglio dell’UE. Insomma, l’Unione Europea ha definito e continua a perseguire una strategia di aumento della pressione sulla Russia, in particolare tramite misure economiche e restrizioni volte a bloccare il finanziamento della guerra e a indebolire i meccanismi economici del Cremlino. Le prossime settimane chiariranno quanto saranno efficaci questi passi diplomatici ed economici nel ridurre l’aggressione e nel sostenere la pace e la stabilità nella regione.

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