L’Unione Europea ha ufficialmente confermato la propria ferma posizione riguardo alla sospensione delle importazioni di fonti di energia russe, in particolare gas e petrolio

Chas Pravdy - 13 Maggio 2025 16:39

Negli ultimi giorni, a Bruxelles e in altre capitali europee, si sono intensi discussioni sui prossimi passi da compiere nell’ambito della politica energetica in condizioni di guerra ibrida e sotto la pressione economica della Russia. Secondo il commissario europeo per l’energia, Kadri Simson, l’Unione Europea non intraprenderà il percorso di ripresa delle importazioni di gas e petrolio russi – da ora in avanti, "nessuna molecola" di queste risorse entrerà nei mercati dell’UE. Questa decisione unanime è stata annunciata prima dell’inizio di un incontro informale dei ministri dell’energia dei paesi membri a Varsavia, a cui hanno partecipato rappresentanti dei governi per discutere la sicurezza energetica mondiale e le misure concrete in questa direzione. In una dichiarazione ai giornalisti, Jørgen Røpke ha sottolineato: "Siamo fermamente decisi a interrompere qualsiasi contatto con l’energia russa, poiché non permetteremo che venga utilizzata come strumento di ricatto e pressione politica". Ha aggiunto che proprio per questo motivo l’UE intensificherà gli sforzi per ridurre la dipendenza dalle forniture russe, poiché si tratta di un tema di sicurezza nazionale e di coerenza con la lotta ucraina contro l’aggressione russa. Rispondendo a una domanda su possibili contatti tra gli Stati Uniti e la Russia, e sulla probabilità di riprendere le importazioni di gas russo, Røpke ha evidenziato: attualmente e in futuro l’Unione Europea non prevede di tornare a importare energia russa di alcuna molecola. "Aziamo un segnale chiaro: l’indipendenza energetica è la nostra priorità principale", ha affermato. Secondo lui, "presto e per sempre", l’UE rinuncerà alle forniture russe e lavorerà per cessare completamente le importazioni di gas russo entro il 2027, riducendo gradualmente anche le importazioni di petrolio russo. Si segnala che, martedì 6 maggio, la Commissione Europea ha pubblicato un piano strategico che prevede un passaggio completo a fonti di energia alternative e la riduzione della dipendenza dalle risorse russe. Secondo la nuova tabella di marcia, gli Stati membri dell’UE devono cessare entro la fine del 2027 l’import di gas russo, lavorando altresì alla riduzione delle forniture di petrolio russo. Tuttavia, va notato che alcuni paesi, come Ungheria e Slovacchia, sono ancora sotto l’influenza delle tradizionali forniture tramite condotti. L’alleato principale in questa direzione – Mosca – ha a lungo cercato di mantenere la propria presenza energetica nel mercato europeo, ma i governi dell’Europa centrale hanno valutato i rischi strategici e l’obiettivo di indipendenza energetica. Il premier slovacco Robert Fico ha commentato in modo abbastanza categorico: secondo lui, l’attuale tabella di marcia della Commissione Europea è inaccettabile per il governo del suo paese. Ha evidenziato che documenti e proposte come quelli contenuti nella Documentazione di Copenaghen potrebbero mettere a rischio la stabilità e le possibilità di finanziamento dei sistemi energetici nelle regioni. Da parte sua, il premier ungherese Viktor Orbán non nasconde il suo disappunto. In un’intervista ai media, ha affermato che le misure proposte dai leader europei potrebbero condurre a una catastrofe economica e gravare significativamente sui nuclei familiari della regione dell’Europa centrale. "Le proposte di Ursula von der Leyen porterebbero al default, e dobbiamo essere pronti alle difficoltà", ha sottolineato. Dunque, la mappa della lotta per l’indipendenza energetica in Europa continua a delinearsi con tensione. Sebbene molti paesi abbiano già intrapreso passi verso la diversificazione delle forniture e fonti alternative, la conservazione e il transito delle risorse russe nella regione rimangono ancora un oggetto di discussione e contrapposizione. Nel nostro prossimo articolo potrete leggere l’esperienza della Polonia, che ha già percorso questa strada, e il suo deciso programma di abbandono del gas russo.

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