Gli Stati Uniti d’America stanno attivamente discutendo la possibilità di schierare forze internazionali per garantire sicurezza e stabilità in Ucraina, in particolare nelle sue regioni occidentali

Lo ha dichiarato il supplente speciale dell'attuale presidente americano, Kit Kellogg, in un'intervista alla rete Fox News, sottolineando la prospettiva di coinvolgimento di contingenti militari europei in caso di accordo per la risoluzione del conflitto. Secondo lui, nell’ambito di un potenziale accordo di pace per la guerra su larga scala della Russia contro l’Ucraina si discute anche dell’idea di schierare forze straniere sul territorio del paese, precisamente a ovest del fiume Dnipro. Kellogg ha evidenziato che gli Stati Uniti sostengono principalmente la concezione di una “tregua globale”, che rappresenterebbe il primo passo verso un dibattito aperto su altre questioni, tra cui lo status delle aree temporaneamente occupate, la prevenzione di una catastrofe energetica al sito nucleare di Zaporizhzhia, il ritorno dei bambini ucraini deportati dai occupanti russi, e le prospettive di adesione dell’Ucraina alla NATO. Il diplomatico speciale ha sottolineato l’importanza di formare “forze di resilienza” — chiamate resilience forces — che potrebbero includere rappresentanti di Regno Unito, Francia, Germania e Polonia. Secondo quanto affermato, questi contingenti potrebbero essere collocati proprio a ovest del Dnipro, rendendoli inaccessibili alle truppe russe e garantendo così una maggiore sicurezza per gli abitanti di quella parte del paese. Kellogg ha anche evidenziato che, in caso di necessità, potrebbe essere possibile creare forze di pace nelle aree settentrionali e orientali dell’Ucraina, con la partecipazione di un paese terzo che possa controllare il processo di cessate il fuoco e stabilizzare la situazione sul territorio. Questa misura, secondo il diplomatico statunitense, potrebbe favorire una risoluzione più efficace del conflitto e prevenire la sua escalation. Allo stesso tempo, nell’ambiente politico polacco persiste una posizione ferma di rifiuto di inviare truppe polacche nell’area di combattimento direttamente in Ucraina. Ciò significa che i funzionari polacchi al momento non confermano l’intenzione di coinvolgere le proprie forze in operazioni in questa regione, lasciando quindi la questione del possibile ruolo della Polonia nelle “forze di deterrenza” ancora aperta e oggetto di discussione. Come già menzionato, il 13 maggio Reuters e CNN hanno riportato che rappresentanti dell’amministrazione dell’allora presidente americano Donald Trump, in particolare gli inviati speciali Steve Witkoff e Kit Kellogg, prevedono di visitare Istanbul per partecipare a negoziati tra Ucraina e Russia. Lo scopo principale di questi incontri è trovare soluzioni di compromesso per interrompere le ostilità militari. Secondo il capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Andrij Yermak, il rifiuto della Russia di partecipare ai negoziati turchi sarebbe un segnale della sua incapacità e mancanza di volontà di porre fine alla guerra e di cercare vie di risoluzione. Questi sviluppi diplomatici e militari dimostrano il desiderio degli Stati Uniti e dei loro alleati di garantire ulteriori garanzie di sicurezza per l’Ucraina, nonché di creare condizioni per una possibile de-escalation del conflitto nel Donbass e oltre il Dnipro. Tuttavia, il formato specifico e il ruolo della Polonia in questo processo restano ancora incerti; gli esperti ucraini e internazionali monitorano gli sviluppi per garantire che qualsiasi decisione internazionale rispetti gli interessi nazionali dell’Ucraina.