La lunga e intensa vicenda riguardante gli spie russe, attive nel territorio del Regno Unito con cittadinanza bulgara, si è conclusa a Londra

Chas Pravdy - 12 Maggio 2025 19:45

La sentenza emessa dal tribunale londinese ha messo fine a una vasta operazione in grado di aver seriamente minacciato la sicurezza del paese. Secondo fonti ufficiali, il tribunale ha condannato duramente sei bulgari, sospettati di essere agenti dei servizi di intelligence russi e coinvolti in attività di spionaggio negli ultimi anni, volte a compromettere gli interessi britannici. Il punto di partenza di questa vicenda è stato il 47enne Orlin Rusev, che svolgeva il ruolo di leader della rete di spionaggio. Ha ammesso le sue responsabilità ed è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per aver partecipato ad almeno sei operazioni di raccolta di informazioni che avrebbero potuto mettere in pericolo la sicurezza nazionale del Regno. Rusev operava nell’ombra, infiltrandosi in importanti obiettivi e istituzioni. Non sono passati inosservati neanche il vice capo di questa rete — il 44enne Biser Dżambazov. Anche lui ha ammesso le sue responsabilità e riceverà una pena leggermente inferiore, di 10 anni e 2 mesi di carcere. Durante le indagini è stato scoperto che Dżambazov era colui che ha reclutato una delle due donne incaricate di svolgere compiti di spionaggio nell’ambito dell’operazione. La 33enne Katrin Ivanova, una delle due donne coinvolte, ha ricevuto quasi nove anni e mezzo di reclusione. In passato reclutata dallo stesso Dżambazov, operava al limite delle attività di spionaggio, cercando di ottenere informazioni preziose per i servizi russi. Un’altra arrestata, Vanya Gaberova, 30 anni, è stata condannata a sei anni e mezzo, più circa tre settimane. La sua funzione, simile a quella di uno spia, consisteva nel tentativo di ottenere accesso occulto a dati sensibili che potevano influenzare la sicurezza del paese. Oltre a loro, è stato condannato anche il 39enne Tihomir Ivanchev. Per attività simili, sarà recluso per 8 anni, considerando il suo buon comportamento e il fatto che il suo coinvolgimento nella rete di intelligence si è interrotto prima delle prime arreste del 2023. Il tribunale ha preso in considerazione tale fatto nella sentenza. Il sesto membro del gruppo — il 33enne Ivan Stoyanov — ha ricevuto cinque anni e poco più di tre settimane di reclusione, dopo aver ammesso le proprie responsabilità. Sebbene il tribunale abbia sottolineato che la sua confessione tardiva abbia avuto scarso peso, ha comunque influenzato la misura finale della pena. La procura britannica evidenzia che le attività degli arrestati non si limitavano alla semplice sorveglianza e raccolta di informazioni. Secondo fonti ufficiali, le loro azioni potevano aver messo a rischio la vita di persone — monitorando giornalisti, diplomatici e militari ucraini, suscitando ulteriori preoccupazioni sulla portata e sulla gravità di questa operazione di intelligence. In passato, media internazionali, tra cui la BBC, avevano identificato due donne considerate partecipi di questa rete. È importante notare che la maggior parte dei coinvolti rimane ancora a piede libero, creando ulteriore preoccupazione. Inoltre, si è appreso che almeno tre cittadini bulgari erano stati visti partecipare a diversi eventi al Parlamento britannico, tra cui un dibattito sulla Brexit nel 2016. Questa decisione giudiziaria evidenzia la crescente preoccupazione riguardo all’attività di agenzie straniere di intelligence in Europa, e in particolare nel Regno Unito, dove, nonostante l’alto livello di sicurezza e un sistema di controspionaggio sviluppato, tali tentativi di infiltrazione ancora non si sono fermati. Ancora una volta, si conferma il principio che anche un’azione apparentemente piccola può avere conseguenze di lunga durata per la sicurezza dello Stato. Ci si aspetta che le sentenze di questa volta rappresentino un forte segnale per altre reti di spionaggio potenziali e rafforzino le misure di sicurezza per proteggere obiettivi e interessi nazionali, sia a livello interno che internazionale.

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