Nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si è annunciata l’intenzione di cambiare radicalmente la strategia di gestione dei processi diplomatici riguardanti il conflitto tra Ucraina e Russia

Chas Pravdy - 02 Maggio 2025 10:37

Ciò significa che Washington ha in programma di ridimensionare il proprio ruolo di mediatore attivo alla ricerca di una risoluzione rapida della guerra, pur non rinunciando agli sforzi nel complesso e non prevedendo un completo abbandono delle iniziative diplomatiche. A riferire sulle attuali tendenze in diplomazia è stata la portavoce del Dipartimento di Stato, Temmie Bruce. Essa ha sottolineato che gli Stati Uniti stanno modificando il loro atteggiamento circa la partecipazione al processo, in particolare riguardo al formato e alla natura degli aiuti che sono pronti a indirizzare verso una fine rapida e duratura del conflitto. Rispondendo a una domanda circa la possibile introduzione di sanzioni aggiuntive contro coloro che assistono la Russia nella conduzione della guerra, Bruce ha osservato che la strategia principale degli Stati Uniti rimane la diplomazia, così come un approccio più globale alla risoluzione della crisi, tenendo conto degli interessi della comunità internazionale nel suo complesso. Nel contesto delle modifiche nella politica estera degli USA, ha richiamato l’attenzione il fatto che il paese deve concentrarsi non solo sul supporto a specifiche iniziative diplomatiche, ma anche sull’incoraggiare le parti a proporre idee concrete per la risoluzione del conflitto. “Non intendiamo essere un mediatore costante di incontri o tessere trame diplomatiche ad ogni passo. Ora — il compito spetta alle stesse parti del conflitto. Il nostro dovere è creare le condizioni affinché possano trovare una soluzione”, ha evidenziato Bruce. Ha anche aggiunto che Washington non svolgerà più un ruolo attivo nel facilitare un mediamento diretto, poiché sono le parti coinvolte direttamente nel conflitto a dover generare e presentare proposte tangibili per la cessazione delle ostilità. “È giunto il momento in cui le parti devono elaborare autonomamente idee concrete e piani di azione per la fine della guerra. Questo è il loro compito, e la volontà di loro dipende il risultato finale”, ha affermato la portavoce. Questa decisione di fatto consolida una nuova concezione nella politica USA riguardo a Ucraina e Russia. Inizialmente, questa idea fu espressa dal segretario di stato, Marco Rubio, già il 29 aprile, sottolineando che Washington, in assenza di progressi sostanziali nei negoziati di pace, non ha più intenzione di agire come mediatore attivo. Secondo Rubio, gli USA sono pronti a modificare la propria strategia e a ridurre la partecipazione negli sforzi diplomatici, puntando sulle iniziative proprie delle parti coinvolte nel conflitto. La decisione circa le azioni future è risultata fondamentale per Washington nel contesto della guerra tra Ucraina e Russia. La settimana scorsa, secondo Rubio, gli Stati Uniti considerano come una fase critica la valutazione dei progressi fatti e la decisione se continuare a sostenere la via diplomatica verso la pace. La recente esperienza internazionale e un momento di particolare importanza nella politica globale hanno nuovamente sollevato, infatti, il tema di quanto Washington sia disposta a distanziarsi dal ruolo attivo in questi negoziati e a delegare alle parti coinvolte la responsabilità di trovare una soluzione. In generale, queste dichiarazioni indicano uno spostamento nella posizione degli USA rispetto al ruolo nella risoluzione del conflitto. Secondo esperti e analisti, tale passo può essere interpretato come una volontà di concentrare sforzi più mirati e strategici da parte dell’Ucraina e della Russia, oltre che di creare una piattaforma più equilibrata e diplomaticamente fondata per la ricerca di compromessi. Tuttavia, resta ancora aperto il tema di quanto questa tattica si rivelerà efficace e se non comporterà un prolungamento del conflitto o, al contrario, un aumento della soggettività delle parti nel processo di pace.

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