Il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina ha smascherato e ufficialmente notificato l’accusa a quattro persone coinvolte in brutali torture di prigionieri ucraini nella territorio temporaneamente occupato di Luhanshyna

Chas Pravdy - 01 Maggio 2025 15:23

Questa notizia rappresenta un passo importante nel stabilire la verità sui genocidi su larga scala commessi dalle forze militari RF nella parte orientale del paese e dimostra la determinazione delle forze dell'ordine ucraine di portare alla giustizia tutti i responsabili di crimini atroci. Secondo le informazioni fornite dal servizio di sicurezza, l'azione investigativa ha raccolto prove convincenti contro quattro ex dipendenti di una colonia penale a Suhodils'k — uno dei distretti catturati dai occupanti russi già nei primi mesi dell'invasione. Secondo i documenti del procedimento, queste persone, dopo l'occupazione temporanea della comunità, sono passate volontariamente o sotto costrizione dalla parte dell'aggressore e hanno iniziato a collaborare con l'amministrazione occupante. Per questo motivo, sono state coinvolte nella creazione e gestione di un'"amministrazione" nella prigione occupata, dove il regime di occupazione esercitava funzioni di istituzione repressiva. Tra i sospettati più noti vi è Kirillo Dolgopolov — il capo del "dipartimento operativo" della prigione, così come i suoi subordinati: ispettori Leonid Rudenko, Mykola Tsvetkov e Roman Zankov. Tutti sono stati accusati di aver partecipato alle torture e a trattamenti crudeli nei confronti dei prigionieri di guerra ucraini. Documenti comprovano che queste persone organizzavano e conducevano torture brutali nella struttura carceraria occupata. Le indagini hanno stabilito che, dopo aver allestito questa camera di tortura, gli occupanti avevano iniziato a usare le torture per costringere i militari delle Forze Armate dell'Ucraina a consegnarsi o per ottenere informazioni necessarie. I prigionieri venivano percossi con manganelli di gomma, sottoposti a scosse elettriche, minacciati e umiliati, allo scopo di costringerli a collaborare o a confessare. Questa rappresenta una parte della tattica sistematica delle forze di occupazione russe — non solo il mantenimento della prigionia, ma anche la pressione psicologica per raggiungere i propri obiettivi. È importante sottolineare che le autorità ucraine hanno notificato a distanza agli imputati deceduti l’accusa di crimini di guerra. Considerato che si trovano nelle aree temporaneamente occupate, sono in corso misure mirate e multilivello per individuarli e arrestarli. Il SBU evidenzia che la ricerca e la punizione dei responsabili di tali crimini costituiscono una priorità della politica statale, che non si fermerà finché tutti i colpevoli non saranno assicurati alla giustizia. Attualmente proseguono attivi procedimenti investigativi e operativi, oltre a ricerche per stabilire il luogo di permanenza o l’arresto dei criminali che cercano di sfuggire alla giustizia. Questa questione rimane al centro dell’attenzione delle forze di sicurezza ucraine e dei partner internazionali, impegnati nel combattere i crimini di guerra e nel garantire giustizia a tutte le vittime. Demonstrando una posizione intransigente riguardo ai crimini contro l'umanità, l'Ucraina invita la comunità internazionale a sostenerla nel perseguire i responsabili e a prevenire l’impunità per atti di violenza così orribili.

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