Aggiornamenti sui dettagli del caso dell’omicidio di Irina Fario: le udienze continuano in uno stato di incertezza, e si consiglia all’indagato di condurre uno stile di vita sano

A Leopoli si è nuovamente tenuto un procedimento giudiziario riguardante il tragico omicidio della celebre linguista e deputata Irina Fario. Tuttavia, purtroppo, l’udienza prevista per il 1° maggio non si è svolta ancora una volta a causa dell’assenza degli avvocati dell’indagato Vyacheslav Zinchenko. Non è la prima volta che l’esame di questo caso si trova in dubbio a causa dell’imprevedibilità della situazione giuridica. Fonti di indagini giornalistiche riferiscono che uno dei difensori dell’indagato, Ihor Suliima, non si è presentato alla precedente udienza del 29 aprile. In quella occasione, il suo collega Yurii Nemirowsky ha spiegato che, a causa di motivi familiari, non avrebbe potuto essere presente in tribunale almeno fino alla metà di maggio. Tuttavia, anche il 1° maggio Nemirowsky non si è presentato. Il giudice ha letto la sua dichiarazione, nella quale l’avvocato chiedeva di rinviare l’udienza a un’altra data, sostenendo di essere attualmente all’estero. Di conseguenza, la procedura giudiziaria è stata sospesa, e il giudice ha dichiarato la pausa fino al 14 maggio. Durante questa interruzione, è stato ricevuto un avviso di bomba in cinque tribunali di Leopoli, incluso l’edificio del Tribunale Shevchenkivskyi, che esamina il caso Fario. Le ragioni del rinvio sono state attribuite non solo alla esitazione degli avvocati, ma anche a misure di sicurezza. In effetti, questa storia giudiziaria si ripete più volte. In precedenza, due udienze sono state rinviate a causa di cattivo stato di salute dell’indagato Vyacheslav Zinchenko. In primo luogo si trattava di avvelenamento alimentare, e la volta successiva ha dichiarato di avere un raffreddore. Questo ha portato il tribunale a inviargli una richiesta al centro di detenzione per confermarne le condizioni di salute. In risposta, hanno ricevuto un certificato che indicava che lo stato di Zinchenko era soddisfacente, che non aveva bisogno di assistenza medica e che aveva ricevuto raccomandazioni per uno stile di vita sano. Va sottolineato che il caso dell’omicidio di Irina Fario rimane uno tra i più sensazionali a Leopoli negli ultimi tempi. La sera del 19 luglio 2024, nella città, in via Masaryk, si è verificato un attacco armato che ha provocato gravi ferite all’ex deputata e nota linguista, la quale è deceduta successivamente in ospedale. Questo tragico evento ha suscitato una vasta eco nella società e ha portato a un’attiva indagine. Qualche giorno dopo, il 25 luglio, è stato arrestato a Dnipro il sospettato dell’omicidio di Irina Fario. L’uomo, un giovane di 18 anni di Dnipro, Vyacheslav Zinchenko, aveva precedentemente affittato almeno tre appartamenti a Leopoli, dai quali gli investigatori hanno concluso che la sua partecipazione al crimine potrebbe essere quella di esecutore o mandante. Allo stesso tempo, le indagini manifestano l’ipotesi che Zinchenko potrebbe aver eseguito un ordine, dal momento che si tratta di un atto di violenza non spontaneio, e la polizia si inclina verso la teoria di un movente di intolleranza nazionale. Il 26 luglio, il tribunale ha arrestato il giovane per due mesi senza possibilità di versare cauzione. Nelle sue prime dichiarazioni, ha categoricamente negato la propria coinvolgimento nell’omicidio di Fario e ha insistito sulla propria innocenza. Tuttavia, già alla fine del 2024, le indagini hanno modificato la qualificazione del reato, accusando il giovane di aver commesso intenzionalmente l’omicidio di una persona in relazione alla sua attività pubblica, e anche di aver illegalmente maneggiato armi. Ciò indica che le forze dell’ordine non considerano questo incidente solo come un atto di violenza con motivi personali, ma come manifestazione di odio pubblico e motivato politicamente, in relazione all’attività di Fario. Attualmente, i procedimenti giudiziari sono ancora in corso, e la società aspetta con impazienza una risoluzione definitiva di questa vicenda di grosso clamore, che riguarda non solo le vite personali della vittima e dell’indagato, ma pone anche, in modo subconscio, questioni di sicurezza per attivisti, figure pubbliche e giornalisti a Leopoli e in altre regioni dell’Ucraina.