Nel contesto di tensioni nelle negoziazioni per una soluzione pacifica della guerra russo-ucraina, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha registrato un rafforzamento delle azioni ostili da parte della Russia contro l’Ucraina, in particolare nei confronti della popolazione civile
Ciò testimonia una crescente cinicità dell’aggressore, che, nonostante gli sforzi diplomatici per trovare un compromesso, continua a sferrate attacchi mirati alla distruzione delle infrastrutture e degli obiettivi energetici dell’Ucraina. La vice segretaria generale ONU per questioni politiche, Rosemarie Di Carlo, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza, ha sottolineato che l’attivazione dei combattimenti, soprattutto ad aprile, ha gravi conseguenze per i civili. Secondo le sue parole, dall’inizio del mese sono stati uccisi almeno 151 ucraini, più di 690 sono rimasti feriti, e queste cifre, secondo quanto affermato, non solo sono aumentate rispetto ai mesi precedenti, ma rappresentano anche un dato peggiore rispetto a febbraio e marzo di quest’anno. Allo stesso tempo, nonostante le promesse e le dichiarazioni russe riguardo alla riduzione dei bombardamenti sugli obiettivi energetici, questi attacchi e i droni kamikaze, che causano blackout di vasta scala, continuano. Ciò crea ulteriori difficoltà per la popolazione ucraina, già impegnata in tempi difficili. L’Organizzazione delle Nazioni Unite esorta a un immediato cessate il fuoco, sottolineando che questo primo e fondamentale passo può porre fine alle insensate uccisioni di civili e creare lo spazio necessario per negoziati politici. Di Carlo ha evidenziato che la comunità internazionale deve ottenere una totale e incondizionata sospensione delle ostilità non solo per ridurre morti e distruzioni, ma anche per ristabilire la pace basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell'Ucraina. In questo contesto, ha rimarcato che tutte le azioni devono conformarsi allo Statuto delle Nazioni Unite, al diritto internazionale e alle decisioni adottate dalla comunità mondiale. Ha affermato: «La pace deve basarsi sui valori di rispetto per l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina. Il ripristino di una pace giusta, universale e duratura non è solo un desiderio, ma una necessità per la stabilità in Europa e nel mondo intero». Dal canto suo, Joyce Msuya, responsabile delle questioni umanitarie, ha constatato che, nonostante gli sforzi diplomatici e le dichiarazioni di pace, la situazione in Ucraina peggiora: il numero di bombardamenti è aumentato e la condizione delle infrastrutture critiche si aggrava quotidianamente. Ha invitato il Consiglio di Sicurezza ad adottare azioni collettive urgenti per proteggere i civili e prevenire la distruzione di obiettivi vitali. Joyce Msuya ha sottolineato la necessità di intensificare il sostegno finanziario all’Ucraina. Secondo le sue parole, la sottofinanziamento degli aiuti militari e umanitari sta già costringendo le autorità ucraine a interrompere programmi cruciali, aggravando la situazione e aumentando il pericolo per i civili. Di fronte a queste notizie, è emersa la questione sulla prospettiva di pace nel contesto internazionale. In passato, i paesi membri dell’ONU hanno reagito con fermezza alla dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin su un breve “cessate il fuoco”, sottolineando che qualsiasi accordo deve essere basato esclusivamente sui principi del diritto internazionale e dello statuto dell’organizzazione. Hanno evidenziato che una vera soluzione a questa crisi è possibile solo tramite il ripristino di un ordine legittimo e giusto, il rispetto della sovranità ucraina e il pieno rispetto degli accordi internazionali sottoscritti da tutte le parti. Pertanto, sebbene le iniziative diplomatiche siano in corso, la realtà sul campo mostra il contrario: le forze russe intensificano l’aggressione, causando tragedie umane e distruzioni nelle città ucraine, rendendo ancora più difficile ogni sforzo di raggiungimento di una pace reale. La comunità internazionale invita all’unità e all’adozione di misure immediate per proteggere i civili e mantenere l’ordine internazionale. Solo con uno sforzo comune si potrà fermare questa aggressione, ristabilire la giustizia e garantire una soluzione pacifica duratura al conflitto.