L’UE si prepara allo scenario peggiore: è stata confermata l’esistenza di un «Piano B» per mantenere le sanzioni contro la Federazione Russa in caso di veto da parte ungherese

In questi giorni, l'Unione Europea sta lavorando attivamente alla formulazione di meccanismi aggiuntivi di risposta a eventuali sfide ipotetiche nel settore della politica sanzionatoria nei confronti della Russia. Secondo fonti di alto livello, a Bruxelles è stato già elaborato il cosiddetto «Piano B», volto a garantire il mantenimento delle misure restrittive attuali nel caso in cui l'Ungheria blocchi ulteriori proroghe all'interno dell'UE. La principale diplomatica dell'UE, Kaja Kallas, ha dichiarato apertamente in un'intervista al quotidiano francese Financial Times che in alcune capitali europee si stanno conducendo discussioni attive sugli scenari possibili in caso di «voltare» dell'atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della questione ucraina. Secondo lei, l'amministrazione Trump, che potrebbe anche, seppur temporaneamente, sospendere gli «sforzi pacifici» verso l'Ucraina, potrebbe potenzialmente riformulare i rapporti con Mosca, mettendo in discussione la prontezza dell'Unione Europea a sostenere ulteriormente lo Stato ucraino. Kallas ha sottolineato che i politici di alcune capitali stanno già discutendo se continuare a lavorare nell'ambito dell'attuale strategia o passare a misure più radicali. Ha evidenziato: «È ovvio che si stanno conducendo discussioni al fine di determinare se sia necessario sostenere l'Ucraina affatto, nel caso in cui l'America rifiutasse di continuare ad aiutare». Allo stesso tempo, la diplomatica ha avvertito che molte di queste discussioni si fondano su un'illusoria speranza che l'Europa possa evitare uno scenario del genere; tuttavia, ha avvertito: «Questa, purtroppo, è una speranza illusoria, poiché la Russia, che attualmente investe oltre il 9% del suo PIL in esigenze militari, cercherà di approfittare di ogni occasione per recuperare terreno e intensificare la propria aggressione». Un'attenzione particolare nell'UE è rivolta alla possibilità di mantenere il regime sanzionatorio indipendentemente dalle azioni ungheresi. Come ha affermato Kallas, a Bruxelles è già stato formulato un «Piano B», il cui principio fondamentale è neutralizzare il cosiddetto veto ungherese—una delle possibili misure potrebbe essere l'adozione di decisioni sui sanzioni a livello di singoli Stati membri. Un esempio citato è la possibilità che il Belgio utilizzi la propria base legislativa per adottare decisioni sul congelamento di asset russi. Secondo recenti fonti, a Bruxelles si è preoccupati per il blocco costante di decisioni chiave da parte dell'Ungheria e si stanno valutando soluzioni per limitare la voce di Budapest negli organi superiori dell'UE. Contemporaneamente, fonti diplomatiche sottolineano che l'attuale battaglia politica intorno alle sanzioni non riguarda solo un segnale di mancanza di unità, ma anche un appello a sviluppare una strategia in grado di affrontare le sfide. Diplomati da tutta l'Europa stanno attivamente negoziando con Washington e partner internazionali per trovare meccanismi che garantiscano il mantenimento del regime sanzionatorio, anche in presenza di contrasti all’interno dell’UE. Va aggiunto che in passato sono circolate voci sulla possibilità di adottare decisioni di sanzioni a livello di singoli Stati membri. Si diceva, ad esempio, che il Belgio potesse assumersi decisioni modificate, conformemente alla propria legislazione e alle leggi nazionali. Probabilmente, tra le misure potrebbe esserci l’emissione di un decreto reale per congelare gli asset russi fino a 190 miliardi di euro, evitandone così il blocco a livello dell’intera Unione. Allo stesso tempo, fonti affermano che la situazione con l’Ungheria sta già causando crescente insoddisfazione tra le istituzioni europee. Secondo quanto riferito, Bruxelles sta sempre più valutando la possibilità di privare l’Ungheria del diritto di voto nel Consiglio Europeo—se la resistenza di Viktor Orbán continuerà e bloccherà l’adozione di importanti decisioni in materia di sicurezza ed economia. In definitiva, l’Unione Europea si sta preparando agli scenari peggiori, considerando la possibilità di persistenti divisioni interne sulla politica sanzionatoria, in cui la capacità di agire rapidamente e con decisione per mantenere la coesione nel sostegno all’Ucraina e nella lotta contro l’aggressione russa riveste un ruolo chiave. Le istituzioni politiche e diplomatiche stanno lavorando attivamente alla creazione di un quadro normativo adeguato e di coalizioni internazionali per poter, se necessario, applicare qualsiasi meccanismo disponibile e garantire l’ulteriore pressione sul regime russo, indipendentemente dai contrasti interni tra i paesi membri dell’Unione Europea.