Il SBU e la Procura hanno smascherato due militari russi, che hanno partecipato direttamente a crimini di guerra rumorosi e atroci nella regione di Donetsk

Chas Pravdy - 30 Aprile 2025 15:44

Nell'ambito di un'operazione investigativa su larga scala, le forze dell'ordine ucraine hanno raccolto prove contro altri due criminali provenienti dal paese aggressore, noti per i loro crimini estremamente brutali e senza maschera contro i combattenti ucraini catturati. Le informazioni sono state fornite dai rappresentanti della Procura dell’Oblast di Donetsk e del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina, che hanno declassificato i dettagli dell’indagine e rilasciato i primi commenti ufficiali sulla base probatoria raccolta. Secondo le indagini, i criminali sono noti comandanti delle formazioni militari di occupazione con i nomi di battaglia “Justas” e “Sber”, che hanno partecipato all’assalto di Staromajorske nel 2024. Proprio loro avevano dato ordini diretti ai loro subordinati di compiere rappresaglie particolarmente crudeli sui prigionieri di guerra ucraini. Secondo le informazioni rese note dall’indagine e confermate dai materiali di controspionaggio militare, i loro ordini includevano azioni incredibilmente brutali e dimostrative. Ad esempio, nello scorso giugno, i comandanti hanno ordinato ai loro subordinati di sparare a un ucraino catturato e, con cinismo tremendo, di decapitarlo e di esporre la sua testa su un palo di metallo vicino a un veicolo blindato distrutto. Questi crimini sono altamente pubblicizzati e scioccano per la loro crudeltà, poiché le istruzioni erano chiare e spietate. Dalle indagini risulta che, a partire dal 2024, i comandanti ordinavano alle proprie unità di non limitarsi a mostrare “violenza militare”, ma di ricorrere a veri e propri massacri bestiali: “decapitare” i prigionieri, esporre le loro teste in luoghi visibili, nonché saccheggiare le vittime — rimuovendo soldi, gioielli e strappando le mostrine dai vestiti. Tali azioni costituiscono chiare violazioni delle convenzioni umanitarie internazionali, in particolare della Convenzione di Ginevra e della Quarta Convenzione di Ginevra, che regolano i diritti e le responsabilità delle parti nei conflitti armati. Si segnala che i sospettati — Dmytro Chihabakh (“Sber”) e Shota Karapetyan (“Justas”) — sono stati formalmente accusati di violazione delle leggi e delle usanze di guerra ai sensi dell’articolo 438 del Codice Penale Ucraino. Le indagini continuano, e sono in corso attivi sforzi per il loro rapido cattura e responsabilizzazione. Le autorità affermano che ogni giorno, sotto il tappeto, lavora un team di esperti che raccoglie nuove prove e approfondisce eventuali coinvolgimenti in un più ampio spettro di crimini in questa importante vicenda. Il capo della Procura dell’Oblast di Donetsk, Pavlo Uhrovezky, in un commento ha sottolineato l’importanza di questo processo: “Continuiamo a documentare tutte le vessazioni e gli abusi commessi dai nostri avversari. I loro crimini sono gravi violazioni del diritto umanitario internazionale. Il mondo deve vedere con chi ha a che fare e quali limiti di crudeltà sono capaci di raggiungere. Questi non sono semplici crimini di guerra, ma testimonianze di cinismo e follia che regnano nelle formazioni armate dello Stato aggressore”. Le vostre aspettative di giustizia, senza dubbio, si realizzano gradualmente, e le forze dell’ordine ucraine continueranno a fare ogni sforzo per punire i responsabili. Ribadiscono che ogni crimine commesso contro soldati e civili ucraini riceverà la degna pena secondo le leggi in vigore. Questo rappresenta un segno che l’Ucraina non rimarrà indifferente e non permetterà di giustificare i crimini più orrendi commessi durante questa guerra. Il mondo deve vedere il vero prezzo di tale crudeltà e confermare che ogni crimine di guerra non resterà impunito.

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