L’UE potrebbe dividere l’Ucraina e la Moldova sulla strada verso l’adesione a causa degli ostacoli politici di uno dei membri dell’Unione europea
L’Unione Europea si trova nuovamente di fronte a una possibile spaccatura nel processo di allargamento — a causa dell’attivo opposizione dell’Ungheria, che blocca i progressi dell’Ucraina verso la piena adesione. Uno scenario del genere, considerando le sfumature politiche e diplomatiche, è molto plausibile già nel prossimo futuro, in particolare durante il vertice di giugno a Bruxelles, dove sono previsti annunci di decisioni importanti sul futuro allargamento dell’UE. A questo proposito, in un’intervista per France Libération Moldova, la commissaria europea per l’allargamento e i rapporti di vicinato, Marta Kos, ha affermato che il processo di integrazione di Ucraina e Moldavia potrebbe essere formalmente diviso, appunto a causa del blocco diplomatico dell’Ungheria. Secondo le parole di Kos, esiste la possibilità che nella riunione di Bruxelles già questa estate si prenda una decisione che porti alla divisione formale delle strade di due paesi verso l’adesione all’Unione Europea. E anche se attualmente entrambe le nazioni — Ucraina e Moldova — avanzano verso la firma degli accordi di adesione insieme e sono spesso considerate come un unico tandem, la realtà potrebbe costringerle a muoversi separatamente. La commissaria ha sottolineato che, al momento, solo l’Ungheria si oppone apertamente all’ingresso dell’Ucraina nell’UE, mentre tutte le altre nazioni membri con cui si sono aperte negoziazioni supportano l’avvio del primo cluster con la Moldova. Ciò mette in discussione l’idea di un’azione comune dei due vicini e solleva dubbi sulla durata del loro cammino condiviso. Attualmente il percorso di esame delle candidature all’UE da Mosca e Kiev è, senza dubbio, proceduto congiuntamente — questa “strada parallela” aveva i suoi pro e contro. L’anno scorso, 27 paesi membri dell’UE hanno unanimemente dato il “via libera” all’avvio delle negoziazioni con entrambi i candidati contemporaneamente, tuttavia nessuno ha ancora aperto segmenti concreti di negoziazione. Ciò è avvenuto a causa della posizione politica dell’Ungheria, che intenzionalmente ostacola il progresso dell’Ucraina nel processo di associazione, avanzando richieste circa l’ampliamento dei diritti delle proprie minoranze etniche, in particolare degli ungari residenti nelle zone occidentali dell’Ucraina. Marta Kos sottolinea che un paese giovane, con un’ambizione instancabile di diventare membro dell’UE, considerando i progressi visibili e la cooperazione attiva, potrebbe farcela anche prima della fine del mandato dell’attuale Commissione Europea, cioè entro il 2029. Ha evidenziato che questa prospettiva è assolutamente realistica e preziosa per il paese che, secondo lei, “si sente uno studente speciale in questa scuola complessa”. Di seguito, ha affermato che “la Moldova desidera sinceramente contribuire e si adatta perfettamente alle sfide odierne, dimostrando una reale disponibilità all’adesione”. D’altro canto, la commissaria ha espresso profonda preoccupazione circa il contesto politico che ha accompagnato il percorso di adesione dell’Ucraina. Ha evidenziato che l’Ungheria politicizza le negoziazioni, creando barriere artificiali e ostacoli per “ritardare” o complicare il processo. Secondo Kos, l’Ucraina ha fatto un grande lavoro di pacificazione e dialogo, facilitando il miglioramento della comprensione reciproca, ma le ambizioni di Budapest continuano ad essere politicamente motivate. Ciò si è manifestato, tra l’altro, in un consultative referendum sulla futura adesione dell’Ucraina all’UE annunciato dal primo ministro Orbán. Il noto sostenitore degli interessi nazionali ungheresi si oppone apertamente a una rapida integrazione dell’Ucraina nella comunità europea, complicando anche i processi preparatori e negoziali. Negli ultimi settimane si è diffusa la notizia che l’Ungheria sarebbe disposta ad adottare misure ancora più aggressive, in particolare bloccando qualsiasi apertura di cluster durante i negoziati con l’Ucraina, mettendo in dubbio l’ulteriore progresso. In questo contesto, la Moldova, che ha già avviato il percorso e possiede un notevole potenziale per un rapido avanzamento, potrebbe facilmente ricevere una “licenza verde” anche successivamente alle candidature ucraine. Nel frattempo, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha affermato che il paese ha già percorso il percorso più rapido verso l’UE nella storia — e non ci sono esempi di velocità simile nella prassi di collaborazione con l’Unione. Di contro, nella Commissione Europea è stato confermato che il processo di screening e le procedure preparatorie relative alle negoziazioni con l’Ucraina sono in corso a velocità record, senza precedenti nella storia dell’espansione europea. In conclusione, il futuro dell’allargamento dell’UE comporta non solo una sfida politica e un equilibrio diplomatico, ma anche una possibile divisione interna delle strade dei due candidati più promettenti — Ucraina e Moldova. Ciò crea una dinamica aggiuntiva e variabile nel processo, ponendo nuove sfide all’unità dell’UE, sottolineando al contempo il ruolo attivo di singoli paesi nel plasmare una prospettiva europea comune.