Le trattative per un cessate il fuoco a Gaza si sono avvicinate a un progresso significativo, riportano fonti di Reuters

Chas Pravdy - 29 Aprile 2025 03:28

Secondo informazioni concordate con due alti funzionari dei servizi di sicurezza egiziani, gli sforzi diplomatici al Cairo sono prossimi a raggiungere una fase importante, ma la firma definitiva dell’accordo rimane incerta a causa di profonde divergenze sulla questione chiave – il disarmo di Hamas. Al momento non ci sono commenti ufficiali da parte di Israele né dal movimento palestinese, il che aumenta la tensione della situazione. Secondo quanto riferito dal giornalista di Axios Barak Ravid, che si trova sulla piattaforma X, un funzionario israeliano ha negato che sia stato raggiunto un progresso, senza però fornire dettagli specifici. In questo contesto, fonti indicano che le parti avrebbero già concordato su un cessate il fuoco a lungo termine a Gaza. Tuttavia, la questione del disarmo di Hamas rimane il nodo principale, essendo un tema prioritario per Israele. La smilitarizzazione del movimento continua a essere una delle condizioni principali, mentre Hamas non ha mai nascosto il suo rifiuto di deporre le armi. Secondo fonti dei media egiziani, tra cui il canale Al Qahera News, ai negoziati potrebbe partecipare alti funzionari di entrambe le parti. Da parte egiziana, il capo dell’intelligence, Generale Hossam Mughammad Rashad, intende incontrare una delegazione israeliana guidata dal ministro delle questioni strategiche Ron Dermer al Cairo. Inoltre, sono coinvolti nei consulti rappresentanti di Egitto e Israele. Nel frattempo, non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali riguardo allo stato delle negoziazioni da mediatori egiziani e qatarioti, indicativo di una posizione diplomatica prudente. Contemporaneamente, Tahaer El-Nuno, rappresentante di Hamas per le questioni mediatiche, ha dichiarato in un’intervista a Reuters il 26 aprile che i combattenti sono pronti a un lungo cessate il fuoco con Israele e sperano nel sostegno dei mediatori internazionali. Le sue parole suggeriscono una possibile evoluzione della posizione del gruppo, che in passato ha ribadito il suo impegno nella lotta per i propri obiettivi. Ricordiamo che il 17 gennaio l’ufficio del primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu ha ufficialmente confermato la firma di un accordo tra delegazioni israeliana e di Hamas riguardante la cessazione delle ostilità e lo scambio di ostaggi. Tuttavia, questo processo si èLimitato a promesse; in seguito Hamas ha rifiutato di rispettare l’accordo e di liberare gli ostaggi. Ciò ha portato a un’escalation delle operazioni militari da parte di Israele: il 18 marzo, in risposta al mancato rispetto degli accordi, le forze israeliane hanno ripreso operazioni militari su vasta scala contro il movimento terroristico. Successivamente, il 30 marzo, il gruppo palestinese ha accettato l’offerta dei mediatori internazionali di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. In questa fase delle trattative si pone il problema della durata e della stabilità degli accordi raggiunti, oltre che delle condizioni principali, in particolare il disarmo di Hamas, rimasto uno degli elementi più complessi e controversi di qualsiasi eventuale accordo. Tutti gli attori rimangono prioritari per i diplomati, ma l’attuazione degli accordi relativi a questo punto potrebbe diventare con il tempo la principale sfida per la pace nella regione.

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