Secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, l’Arabia Saudita e il Qatar si sono impegnati a saldare una parte dei debiti della Siria nei confronti della Banca Mondiale nell’ambito degli sforzi per favorire la ripresa economica siriana dopo la lunga guerra civile

Chas Pravdy - 28 Aprile 2025 02:30

Questa decisione rappresenta un passo importante in un contesto internazionale teso e soggetto a restrizioni imposte dagli Stati Uniti. Come riportato da una fonte, i paesi del Golfo hanno concordato di pagare circa 15 milioni di dollari di debiti del regime siriano. Questa iniziativa è stata discussa durante le riunioni primaverili della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale del 2025 e mira a diventare parte di un programma di aiuto più ambizioso per il presidente Ahmed Al-Sharaa nel processo di ricostruzione del paese. È importante sottolineare che questa iniziativa fa parte di un complesso processo diplomatico. Poiché gli Stati Uniti mantengono sanzioni restrittive nei confronti del governo siriano, in particolare riguardo al regime dell’ex presidente Bashar al-Assad, la Siria fatica ancora a ottenere un sostegno finanziario internazionale a pieno titolo. Ciò complica le fasi più urgenti della ripresa del paese, che è accecato dagli effetti della guerra e di vaste sfide da affrontare. La guerra in Siria ha provocato conseguenze disastrose: oltre 600.000 morti, milioni costretti a lasciare le proprie case e l’economia del paese che si è ridotta di quasi la metà rispetto al 2010. La ricostruzione delle infrastrutture, dell’industria e del settore abitativo è attualmente stimata a oltre 400 miliardi di dollari — una delle somme più alte nella storia mondiale di ricostruzioni post-conflitto. Recentemente, a Damasco si sono tenuti incontri informali tra rappresentanti degli Stati Uniti e le autorità siriane. Secondo Bloomberg, tra gli ospiti vi era anche l’americano Corey Mills, che insieme a Marlin Stutzman si trovava nella capitale siriana in visita non ufficiale. Questa iniziativa è stata organizzata da attivisti siriani-americani con l’obiettivo di avviare un dialogo. Mills ha affermato che nel corso delle negoziazioni si è discusso della possibilità di una parziale revoca delle sanzioni, favorendo così il de-isolamento e accelerando il processo di ricostruzione economica. Inoltre, alcuni politici americani hanno promesso di consegnare al presidente Sharaa una lettera destinata a Donald Trump. Questi passi stanno suscitando molte speculazioni sulle possibili evoluzioni nei rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Siria. Va anche ricordato che a gennaio l’Unione Europea ha compiuto un passo verso un allentamento delle sanzioni, accettando di rimuovere restrizioni su alcuni settori chiave dell’economia siriana. Ciò apre ulteriori opportunità per i processi di ricostruzione e per l’afflusso di investimenti esteri. Secondo l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad circa 1,2 milioni di siriani sono tornati nelle proprie case nel 2025, e oltre il 20% di loro sono rientrati dalla vicina Turchia. Questo processo di ritorno rappresenta un elemento importante per la stabilizzazione e il ripristino di una vita pacifica nel paese, anche se una ripresa completa è ancora da realizzare. In conclusione, la recente dichiarazione dell’Arabia Saudita e del Qatar di saldare i debiti con la Banca Mondiale rappresenta un segnale importante per la comunità internazionale: nonostante le restrizioni e le pressioni sanzionatorie, i paesi del Golfo vogliono svolgere un ruolo attivo nel processo di ricostruzione del paese. Tuttavia, di fronte alla complessità della politica internazionale e alle barriere delle sanzioni, il cammino verso la stabilizzazione e lo sviluppo rimane lungo e irto di controversie riguardo all’apertura dei canali diplomatici e alle future azioni per coinvolgere un ampio supporto internazionale alla Siria.

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