Пutin ha ufficialmente ringraziato le forze armate della RPDC per la loro partecipazione alla guerra contro l’Ucraina, suscitando un ampio eco e una nuova ondata di tensioni diplomatiche e militari

Il leader russo Vladimir Putin, seguendo il suo collega nordcoreano Kim Jong In, ha confermato la partecipazione effettiva delle forze militari nordcoreane ai combattimenti al fianco di Mosca e ha espresso la sua profonda gratitudine per il loro coraggio e dedizione. Questa decisione, mirata direttamente a rafforzare l’alleanza militare, ha subito suscitato reazioni in Occidente — presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti è stata espressa grande preoccupazione e condanna di questa partecipazione, sottolineando che qualsiasi supporto militare della Corea del Nord deve essere interrotto senza ritardo. Le dichiarazioni da Washington pongono l'accento su una severa preoccupazione: il portavoce del Dipartimento di Stato ha sottolineato che la “partecipazione diretta” di Pyongyang alla guerra in Ucraina rappresenta un segnale allarmante per la comunità internazionale, e ha invitato ad adottare misure urgenti per fermare qualsiasi azione militare e consegna di armamenti. Mentre gli Stati Uniti evidenziano che tali azioni violano le norme internazionali, il Cremlino dipinge la situazione diversamente: nel comunicato dell’ufficio stampa dell’amministrazione del presidente russo si dice che Vladimir Putin ha sinceramente “ringraziato le unità dell’esercito della RPDC per la partecipazione ai combattimenti contro le unità ucraine nella regione di Kursk”. Si parla di un “impresa degli operatori speciali coreani”, che, secondo il leader russo, “hanno dato la vita per la Russia, per la nostra libertà comune”. Il riconoscimento da parte del Cremlino ha anche una componente propaganda — nel quadro della retorica ufficiale sull’unità e sulla lotta per valori condivisi. Per quanto riguarda le circostanze reali — non mancano conferme da fonti ufficiali circa il coinvolgimento delle forze nordcoreane nella guerra in Ucraina. Infatti, già prima, il leader della RPDC Kim Jong In aveva apertamente confermato l’invio di unità militari in Russia, motivando la sua decisione con stretti rapporti strategici e riferendosi a un “momento di svolta” nella collaborazione tra i due paesi. Questa dichiarazione è diventata parte della politica ufficiale di Pyongyang, che ritiene che il proprio apporto al conflitto sia conforme alle disposizioni del Trattato di Partnership Strategica Globale tra DPRK e Russia. Secondo il comando delle forze armate ucraine, le perdite durante l’operazione di Kursk ammontavano a oltre 62 mila soldati russi, mentre più di 4,5 mila soldati nordcoreani sono stati eliminati o catturati dalle forze ucraine. Secondo stime di centri di analisi specializzati, tra cui l’Istituto di Analisi della Difesa della Corea del Sud (KIDA), la partecipazione della RPDC alla guerra contro l’Ucraina ha già costato all’economia nordcoreana oltre 20 miliardi di dollari. Questa ricerca evidenzia che le forniture di armamenti e munizioni, in particolare di proiettili di artiglieria, dalla Corea del Nord alla Russia, hanno rappresentato un sostanziale incremento delle capacità militari del regime di Mosca. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, in collaborazione con il British Open Source Centre (OSC), non si tratta solo di alcuni milioni di proiettili di artiglieria negli ultimi 20 mesi, ma di una fornitura sistematica e su larga scala di materiali militari via mare e ferrovia. Gli esperti dell’Istituto per l’Analisi della Guerra (ISW) ritengono che questa sia una prova che la Corea del Nord sta attivamente utilizzando il conflitto in Ucraina come un banco di prova per testare e perfezionare le proprie capacità militari, cercando di rafforzare la propria posizione sulla scena internazionale e di mantenere l’indipendenza dalle sanzioni. In definitiva, il coinvolgimento della DPRK nel conflitto tra Russia e Ucraina aggiunge un ulteriore elemento a una complessa dilemma di sicurezza internazionale. Allo stesso tempo, questo fenomeno solleva sempre più interrogativi sulla trasparenza delle forniture militari, sull’interazione tra i due regimi autoritari e sulle ripercussioni globali di questa cooperazione. E mentre la comunità internazionale invoca moderazione e rispetto delle norme, Mosca e Pyongyang continuano la loro partita, che potrebbe influenzare significativamente lo sviluppo ulteriore del conflitto e la sicurezza mondiale.