Secondo le informazioni pubblicate dal quotidiano britannico The Times, il piano politico di Donald Trump riguardo all’Ucraina si distingue significativamente dalla posizione ufficiale dell’amministrazione e dei partner internazionali

Chas Pravdy - 26 Aprile 2025 05:29

Si segnala che il presidente degli Stati Uniti ha intenzione di accettare la continuità sotto il controllo russo sulle territori occupati dell'Ucraina e considera questa posizione come «definitiva». Ciò significa che, per Trump, la questione del ritorno delle regioni temporaneamente occupate — Crimea e parti del Donbas — deve essere risolta tramite compromesso, poiché, secondo le sue parole, queste terre sono ormai di fatto «occupate e non torneranno». Una fonte dell’articolo riferisce che tale posizione di Trump può essere interpretata come un ultimatum per Kiev: oppure le autorità ucraine accettano questo scenario, oppure l’Ucraina perderà il sostegno degli Stati Uniti e il loro aiuto attivo nella guerra contro la Russia. Secondo questa fonte, è proprio questa posizione « rigida» che viene autorizzata a essere comunicata a Mosca e Kiev attraverso l'inviato americano Steve Vitoff. Di conseguenza, Trump è convinto che al presidente ucraino Volodymyr Zelensky non rimanga praticamente alcuna alternativa se non accettare il piano proposto. Non nasconde le sue intenzioni di interrompere qualsiasi processo diplomatico e militare attivo nel caso in cui l’Ucraina rifiutasse i negoziati o non supportasse questa opzione. La prossima settimana potrebbe essere annunciata la conclusione delle iniziative di pace qualora non venga raggiunto un accordo concreto. Per quanto riguarda i dettagli della conversazione e le condizioni proposte, il quotidiano indica che l'offerta americana prevede il riconoscimento ufficiale da parte degli USA del controllo russo sulla Crimea e il fatto di considerare le parti occupate dall Russia nel sud e nell’est dell’Ucraina, annesse o occupate dopo la grande invasione russa del 2022. Ciò significa che Washington sostiene di fatto la posizione di Mosca sulla legittimità della sua presenza in queste regioni, offrendo invece a Kiev di accettare lo status quo invariato di tali territori. Altro aspetto importante è che i leader europei e ucraini propongono di negoziare ulteriormente sotto condizioni di controllo di queste terre solo dopo aver raggiunto un accordo sulla cessazione delle ostilità, ovvero un approccio più cauto e graduale. Nelle sue dichiarazioni, una fonte vicina a Vitoff sottolinea che nel piano di Trump è inscritta l’idea che le terre occupate siano ormai integrate con l’amministrazione russa e che il loro ritorno possa avvenire esclusivamente tramite mezzi militari o diplomatici, considerando lo status quo. «Questa terra è stata occupata e non tornerà più», afferma. Pertanto, i funzionari americani sono convinti che, al momento attuale, lo scenario più probabile sia l’approvazione delle condizioni da parte dell’Ucraina o, in alternativa, una guerra continuativa con prospettive incognite, che potrebbe durare mesi o anni. Allo stesso tempo, Kiev rischia di rimanere dipendente dal sostegno finanziario esterno e dalle forniture di armi da parte dei paesi occidentali, poiché è proprio questo il modo in cui mantiene la sua capacità di difesa. Secondo fonti, gli Stati Uniti considerano praticamente lo scenario « accetta o lascia»: ovvero, l'Ucraina approverà le condizioni di Trump o dovrà accettare uno status quo «silenzioso» e completo, con territori occupati sotto il controllo della Russia. Allo stesso tempo, a Washington non nascondono che l’opinione pubblica in Europa potrebbe cambiare drasticamente — a causa delle difficoltà economiche, in parte causate da tariffe e sanzioni introdotte durante la presidenza di Trump, e questo potrebbe rafforzare tra i politici e i cittadini europei l’atteggiamento contrario a un ampio sostegno all’Ucraina nella sua lotta per la sovranità. Dopo lunghe trattative tra Vitoff e Putin a Mosca, venerdì 25 aprile, Yurij Ušakov, consigliere del presidente russo per la politica internazionale, ha commentato che gli incontri sono stati «corretti e costruttivi». Secondo lui, questa riunione ha favorito un maggiore allineamento delle posizioni di Mosca e Washington non solo riguardo all’Ucraina, ma anche su altre questioni internazionali importanti. Tuttavia, va notato che Trump manifesta una posizione ancora più dura — pochi giorni prima, in un’intervista alla rivista Time, ha affermato che «la Crimea rimarrà con la Russia», e ha nuovamente accusato Kiev di una provocazione che, a suo avviso, avrebbe contribuito allo scoppio della guerra. Queste dichiarazioni sono il risultato della sua strategica retorica, che da una parte cerca di riaffermare la sua posizione sulla scena internazionale, e dall’altra complica gli sforzi diplomatici dei nuovi politici ucraini e occidentali che mirano a una risoluzione più costruttiva e diplomatica del conflitto.

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