Donald Trump ripete: Il Crimea resterà definitivamente sotto il controllo russo

Chas Pravdy - 25 Aprile 2025 14:46

L'ex presidente degli Stati Uniti e attuale candidato alla presidenza Donald Trump ha nuovamente attirato l'attenzione della comunità internazionale con le sue dichiarazioni ambigue riguardo al conflitto ucraino-russo e al destino della Crimea annidata. In un'intervista al quotato quotidiano The Times, rilasciata il 22 aprile e pubblicata il 25 aprile, Trump ha espresso le sue opinioni che indicano una posizione immutata sulla nostra penisola. Secondo lui, la prima causa dell'escalation militare è la volontà dell'Ucraina di aderire alla NATO, che, a suo avviso, avrebbe scatenato il conflitto. Trump non ha nascosto le sue critiche nei confronti dell'Ucraina e del suo corso euro-atlantico. «Penso che questa guerra sia iniziata proprio perché l'Ucraina ha cominciato a parlare di entrare nella NATO. È stato il catalizzatore per la Russia», ha sottolineato. Accanto a questo, l'ex presidente evidenzia che, di fatto, considera la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, come rimasta e resterà sotto il controllo di Mosca. «La Crimea rimane con la Russia», ha dichiarato direttamente. Questa sua posizione, a quanto pare, riprende i vecchi narrativi russi, che in passato sono stati ascoltati sia dal Cremlino sia nei circoli ufficiali russi. In precedenza, commentando la possibilità che l'Ucraina acquistasse complessi anti-aerei americani Patriot per difendere il cielo dall'aggressione russa, Trump ha fatto intendere che le azioni ucraine sarebbero un passo provocatorio. È così che descrive gli eventi che avrebbero provocato la guerra, tessendo fili sia verso Kiev sia verso Washington allo stesso tempo. Inoltre, l'ex presidente ha elogiato la sua capacità di influenzare i paesi europei, costringendoli ad aumentare le spese per la difesa. «Ce l'ho fatta, e ora l'Europa spende più per la sicurezza che mai», ha affermato. Trump ha anche detto che il suo secondo mandato presidenziale si percepisce molto più confortevole e meno vincolato. «La volta precedente combatteva per la sopravvivenza, adesso per il mondo», ha dichiarato. La storia alle spalle di queste critiche e dichiarazioni è abbastanza complessa. Prima di tutto, i media hanno riferito che l'amministrazione Trump avrebbe inoltrato all'Ucraina, a Parigi, un documento – breve, di una pagina – riguardante possibili opzioni di risoluzione pacifica del conflitto. Secondo alcune fonti, questo documento prevederebbe il riconoscimento del controllo russo sulla Crimea annidata e l'allentamento delle sanzioni contro Mosca. Allo stesso tempo, funzionari ucraini hanno dichiarato che le proposte americane sarebbero state integrate con nuove idee, e che attraverso vari documenti e consultazioni con l'amministrazione di Washington si sarebbe generata confusione. Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato a considerare le proposte pubblicate e ha detto che potrebbero esserci piani alternativi. Il 24 aprile, Zelensky ha riferito che gli Stati Uniti avrebbero proposto la loro strategia riguardo alle aree dell'Ucraina durante negoziati a Londra. Tuttavia, secondo lui, successivamente sarebbe apparso un altro “documento” che complicava la comprensione della reale direzione della risoluzione del conflitto. I dettagli di questi documenti e il gioco diplomatico interno rimangono avvolti nel mistero. Le pubblicazioni di media britannici di rilievo, tra cui The Telegraph, evidenziano un nuovo documento – chiamato “piano di pace” – secondo fonti, non solo prevederebbe la possibilità di rimuovere alcune sanzioni da Mosca, ma imporrebbe anche all'Ucraina di cercare il riconoscimento ufficiale dell'occupazione della penisola da parte della Russia. Questo ha provocato un notevole scalpore pubblico ed è già oggetto di ampio dibattito nei circoli politici ucraini, poiché tale scenario potrebbe cambiare radicalmente la situazione geopolitica, consolidando di fatto i successi russi. In conclusione, la situazione attuale intorno alla risoluzione del conflitto ucraino-russo rimane molto tesa e ambigua. Politici interni, attori internazionali ed esperti di tutto il mondo continuano ad analizzare possibili scenari e le loro probabilità. Trump, da parte sua, continua a mantenere la propria posizione: che la Crimea continuerà a essere con la Russia, e che l'Ucraina stessa ha creato le premesse per la guerra. Ciò aggiunge un ulteriore livello di contraddizioni a un gioco diplomatico complesso e multiforme, in cui ogni parte cerca di difendere i propri interessi. In generale, le prospettive di sviluppo del conflitto e i possibili compromessi rimangono molto imprevedibili. Nel frattempo, le autorità ucraine e la comunità internazionale mirano a trasmettere giustizia e a difendere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, anche se le parole di alcuni politici sembrano diventare sempre più pessimistiche riguardo al futuro della Crimea e allo status dei territori occupati.

Source