Трамп dichiara di avere un accordo con la Russia e della necessità del consenso di Zelensky

Chas Pravdy - 24 Aprile 2025 06:30

In un’intervista recentemente rilasciata ai giornalisti, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto una dichiarazione esplosiva annunciando di aver raggiunto presumibilmente un accordo con la Russia riguardo alla cessazione delle ostilità in Ucraina. Secondo l’ex capo della Casa Bianca, Mosca sarebbe già disposta a compiere un compromesso, ma l’ostacolo principale nella risoluzione del conflitto, a suo avviso, risiede nelle difficoltà di accordarsi con la leadership di Kiev, in particolare con il presidente Volodymyr Zelensky. Secondo il commento di Trump, Mosca mostra disponibilità al negoziato e mira a risolvere il conflitto, pur dichiarando fiducia nel fatto che raggiungere un accordo con la parte ucraina sia comunque difficile. “A mio parere, la Russia è pronta. Molti dicevano che la Russia era disposta a tutto per terminare la guerra. E io sono davvero convinto che abbiamo un accordo efficace con la Russia. Allo stesso tempo, dobbiamo coinvolgere anche Zelensky nel processo di negoziazione”, ha affermato. Secondo Trump, trovare un accordo con il presidente ucraino si è rivelato più difficile di quanto si aspettasse, ma è ottimista riguardo alle prospettive di conclusione delle negoziazioni. “Spero che Zelensky possa capire l’importanza di questi accordi”, ha aggiunto. Nel suo discorso, Trump ha sottolineato che attualmente si sta lavorando alla ricerca di un compromesso tra le due parti del conflitto, evidenziando che nel corso degli accordi di pace l’umanità e le vite umane sono al centro delle preoccupazioni. A suo avviso, in questo momento difficile, è importante mantenere l’umanità, che rappresenta una priorità personale. Trump ha nuovamente criticato l’amministrazione dell’attuale presidente Joe Biden, facendo riferimento alle lunghe e ingenti spese dello Stato a sostegno dell’Ucraina. “Stiamo spendendo centinaia di miliardi di dollari a causa di Biden. È inaccettabile. Biden non avrebbe mai dovuto permettere questa guerra. Abbiamo già speso circa 350 miliardi di dollari aiutando l’Ucraina, soldi che avrebbero potuto essere dedicati al sostegno interno del nostro Paese”, ha detto l’esponente politico, aggiungendo che tali risorse potrebbero essere utilizzate negli Stati Uniti per migliorare il livello di vita delle persone, l’infrastruttura e la sicurezza. **Precedenti e contesto** Le dichiarazioni di Trump sono arrivate nel bel mezzo di intense trattative internazionali sulla situazione in Ucraina e sulla ricerca di vie d’uscita. La sua opinione sulla necessità di accordi produttivi con la Russia e sulla difficoltà di coinvolgere Zelensky sottolinea la complessità dei processi diplomativi intorno a questo conflitto. Un elemento importante è che, poco prima, l’amministrazione dell’ex presidente aveva consegnato alle autorità ucraine un documento proveniente da Parigi, definito come “ultima proposta” per la risoluzione della guerra. Il documento prevedeva la possibilità per la Russia di riconoscere la sovranità sulla Crimea temporaneamente occupata, la riduzione delle sanzioni contro Mosca e l’eventuale raggiungimento della pace sotto determinate condizioni. Queste proposte hanno generato vivaci discussioni nei circoli internazionali e ricevuto reazioni ambigue da parte delle autorità ucraine. In precedenza, le relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e la Russia erano rimaste silenziose per lungo tempo, ma dopo tre anni di silenzio, i rappresentanti dell’amministrazione americana hanno dichiarato di riconsiderare finalmente la propria posizione nei confronti dell’aggressione russa e di cercare di comprendere le reali motivazioni di Mosca. Ciò fornisce una base per un rafforzamento degli sforzi diplomatici e la ricerca di compromessi. Di fronte a questi eventi, le dichiarazioni di Trump suscitano ancora una volta interesse e dibattiti nel mondo della diplomazia globale. È possibile un vero e proprio fine del conflitto sulla base di tali accordi? E il presidente ucraino li accetterebbe? Questi sono ancora interrogativi aperti, ma è evidente che la crisi sanzionatoria e umanitaria, ancora in corso, richiede decisioni urgenti e un dialogo tra tutte le parti coinvolte nel conflitto.

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