La Lettonia è uscita ufficialmente dalla Convenzione internazionale sul divieto delle mine antiuomo, compiendo un passo importante nella sua politica di difesa e rispondendo alla nuova situazione di sicurezza regionale

Chas Pravdy - 24 Aprile 2025 11:26

La decisione è stata approvata giovedì dal presidente del paese, Egils Levits, che ha firmato la legge che esclude la Lettonia dall'accordo internazionale — la Convenzione di Ottawa, che regola il divieto di uso, conservazione e produzione di mine antiuomo non comandate. Motivando questa scelta, il governo lettonico osserva che negli ultimi due decenni la situazione di sicurezza regionale è cambiata significativamente. In particolare, l'aggressione russa contro l'Ucraina ha chiaramente dimostrato che Mosca in effetti ignora l'integrità territoriale di altri stati e non esita ad utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere i propri obiettivi. Nel memo esplicativo al progetto di legge si sottolinea che, nelle realtà attuali, per la Lettonia è cruciale avere la flessibilità nella scelta delle armi e delle decisioni tattiche al fine di reagire efficacemente alle potenziali minacce militari e di rafforzare la resilienza dello stato. «Considerando la dinamica della situazione di sicurezza regionale, è necessario mantenere la possibilità di utilizzare vari sistemi di armamento e approcci tattici che consentano di deterrere l'aggressore e di proteggere il nostro paese e il suo popolo», si legge nel documento. Allo stesso tempo, la Lettonia ribadisce il proprio impegno agli standard umanitari internazionali — continuerà a preoccuparsi di minimizzare l'impatto delle operazioni militari sui civili, rispettando tutte le norme del diritto umanitario. Nota storica: il 16 aprile di quest'anno, il parlamento lettone, il Saeima, nelle ultime letture ha approvato la decisione di uscire dalla Convenzione di Ottawa, firmata ad Oslo nel 1997 e entrata in vigore nel 1999. Il documento è stato firmato da oltre 160 paesi nel mondo, principalmente in Occidente. Tuttavia, a causa dell'aumento delle tensioni geopolitiche e dell'aggressione russa, i paesi baltici — Lettonia, Lituania, Estonia — insieme a Polonia e Finlandia — hanno annunciato l'intenzione di abbandonare l'accordo internazionale per poter disporre sul proprio territorio di armi, che prima, secondo la convenzione, erano vietate. All'inizio di marzo, la ministra della difesa della Lettonia, Ināra Mūrniece, ha annunciato che il paese sta considerando la possibilità di dispiegare mine anticarro e barriere supplementari ai confini orientali, per rafforzare la capacità di difesa in risposta a potenziali azioni aggressive da parte di Russia e Bielorussia. Questa decisione fa parte di una strategia più ampia di modernizzazione difensiva e di rafforzamento della protezione dello stato in un contesto di crescente tensione geopolitica, che ha portato a cambiamenti nei metodi di politica di sicurezza del paese. In questo modo, la Lettonia dimostra ancora una volta la propria volontà di adattarsi alle sfide moderne e di ampliare le proprie capacità nel settore della difesa. L'uscita dall'accordo internazionale non rappresenta una violazione delle norme umanitarie, bensì una misura strategica per rafforzare l'indipendenza e la sicurezza del paese, considerando le realtà del mondo contemporaneo.

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