Nella Direzione Generale dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina è stata rilasciata una dichiarazione di grande clamore, che conferma la terribile verità riguardo alle azioni della Russia nella guerra contro l’Ucraina

Chas Pravdy - 22 Aprile 2025 19:56

I rappresentanti dell’ente militare ucraino hanno sottolineato che, nelle loro recenti dichiarazioni, il presidente russo Vladimir Putin ha praticamente riconosciuto la responsabilità della Russia in una serie di crimini di guerra, in particolare durante i bombardamenti di obiettivi civili con missili, che hanno provocato numerose vittime tra la popolazione civile. Il maggiore Dmytro Likhoviy, portavoce dello Stato Maggiore, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video-analisi in cui ha spiegato in dettaglio come Mosca viola il diritto umanitario internazionale. Non nascondono che i colpi alle città pacifiche sono crimini di guerra mirati, che mirano a spezzare lo spirito morale del popolo ucraino e a sconfiggere la resistenza dei difensori dell’Ucraina. Nuove conferme delle azioni illegali della Russia sono emerse dall’esempio degli ultimi attacchi missilistici che sono diventati notizie dolorose per le città ucraine. Così, il 4 aprile 2025, a Krivii Rih, l’esercito russo ha attivato un missile balistico «Iskander-M» che ha colpito un quartiere residenziale vicino alla via Sovrusechnosti. A seguito di questo attacco sono morte 20 persone civili, tra cui nove bambini, e oltre 70 sono rimaste ferite. Le dichiarazioni ufficiali russe affermavano che l’obiettivo del missile era stato il ristorante RoseMarine, dove si suppose si stesse tenendo una riunione militare con NATO, e che vi fossero circa 85 militari presenti. Questa affermazione si è rivelata una delle più clamorose bugie della propaganda russa. Le prove hanno confermato questa menzogna attraverso video e foto scattate sul luogo prima dell’esplosione. È chiaramente visibile che il missile ha colpito a più di cento metri dal ristorante, la cui struttura è rimasta praticamente intatta, e che il giorno dell’attacco nel locale non si svolgevano operazioni militari, ma erano presenti persone — lavoratori dell’industria della bellezza, partecipanti a conferenze e civili semplicemente in cerca di riparo. Questo dimostra ancora una volta che la Russia mira deliberatamente alle infrastrutture civili, mettendo in pericolo la vita e la salute di migliaia di cittadini ucraini. Un esempio ancora più tragico di crimine di guerra è stato l’attacco a Sumy, avvenuto il 13 aprile 2025. La mattina, intorno alle 10:20, le forze russe hanno utilizzato due missili «Iskander-M/KN-23», di cui uno, con equipaggiamento a carattere dirompente, ha colpito il centro congressi dell’Università Statale di Sumy. Questa struttura è diventata vittima del terrore russo. Dopo pochi minuti, il secondo missile, con equipaggiamento a grappolo, ha raggiunto il bersaglio e ha esploso a circa 150 metri dalla zona target. I detriti e le schegge hanno colpito non solo le strade, ma anche le persone in un autobus cittadino che passava, e coloro che si trovavano all’interno del centro congressi, dove si svolgono normalmente eventi pubblici. A causa di questi attacchi sono morte 35 persone, tra cui due bambini. Sono rimaste ferite 129 persone, tra cui 17 minori. È importante sottolineare che la propaganda russa ha cercato di travisare questa tragedia accusando l’Ucraina di vari «crimini di guerra», tra cui la supposizione di avere schierato militari nel centro congressi. Tuttavia, i fatti dimostrano il contrario: nessuna riunione o operazione militare si è svolta all’interno dell’edificio, e i partecipanti alle premiazioni e agli eventi pianificati per quella giornata non hanno subito alcun danno. Tutti i morti sono civili e testimoni casuali; tra i militari, si può indicare solo due vittime accidentali che transitavano nelle vicinanze. Un altro attacco su larga scala si è verificato nell’Oblast’ di Odessa il 19 aprile. Le truppe russe hanno colpito le aziende agricole della regione con attacchi missilistici, causando incendi e distruzioni su vasta scala. Fortunatamente, nessun civile o infrastruttura civile sono stati feriti o danneggiati. Il Servizio di Emergenza Ucraino ha riferito i danni con foto e video degli eventi, confermando che anche questa volta la Russia sta violando sistematicamente il diritto umanitario internazionale, colpendo intenzionalmente obiettivi civili. Le violazioni delle regole internazionali di condotta militare da parte dell’esercito russo non sono semplici crimini, ma testimonianza del cinismo e dell’impunità ai livelli più alti. Il diritto umanitario internazionale, inclusive delle Convenzioni di Ginevra, stabilisce regole chiare per la protezione di obiettivi civili e proibisce l’impiego di armi indiscriminate. La Russia cerca spesso di giustificare le proprie azioni chiamando obiettivi civili «depositi militari» o «basi di armi», ma ciò rappresenta un chiaro disprezzo delle normative e dei principi internazionali. Secondo la Convenzione di Ginevra e il diritto consuetudinario, qualsiasi obiettivo con destinazione civile — scuola, ospedale, università — possiede uno status speciale e gode di protezione. Il centro congressi di Sumy e altri obiettivi infrastrutturali che ospitano attività educative sono esattamente tali obiettivi. Leur colpire costituisce un crimine di guerra. Analogamente, l’uso di armi a grappolo in zone densamente popolate costituisce una violazione evidente del divieto delle armi indiscriminate, poiché tali armi dispersano dozzine o centinaia di submunizioni su vaste aree, causando danni civili e distruggendo infrastrutture. Sebbene la Russia non abbia firmato la Convenzione del 2008 sulle munizioni a grappolo, il diritto consuetudinario internazionale ha già definito questa arma come proibita in tali circostanze. Inoltre, qualsiasi attacco contro istituzioni educative e sanitarie viola gli impegni presi nell’ambito della Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla protezione delle scuole (Safe Schools Declaration). Tutti i paesi coinvolti nel conflitto devono proteggere i beni culturali e educativi, ma la Russia ignora con cinismo tali norme, confermando ancora una volta il suo atteggiamento aggressivo e senza principi. Dai fatti e analisi esposte, il Generale Staff sottolinea che gli attacchi della Russia contro obiettivi civili non sono incidenti, ma crimini sistematici e deliberati. Violano non solo il diritto internazionale, ma anche i valori umani fondamentali. Tali azioni, secondo quanto previsto dall’articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, sono qualificabili come crimini di guerra. Le recenti tappe della storia dimostrano che gli aggressori restano responsabili delle proprie azioni anche dopo molti anni. L’Ucraina insiste nel voler individuare e perseguire tutti i responsabili di questi crimini di guerra. La responsabilità e la giustizia sono le condizioni essenziali per un futuro di pace e per il ristabilimento della giustizia nello stato ucraino. I crimini di guerra commessi dalla Russia non hanno prescrizione, e la comunità internazionale deve unirsi nella lotta per assicurare a tutti loro una giusta punizione meritata.

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