Harvard ha intentato una causa contro l’amministrazione di Donald Trump, annunciando una lotta per i propri diritti e l’autonomia finanziaria

Chas Pravdy - 22 Aprile 2025 02:35

Questa rappresenta un'altra manifestazione di tensione tra una delle università più prestigiose degli Stati Uniti e il governo degli Stati Uniti in un periodo in cui la situazione politica e finanziaria del paese rimane tesa e imprevedibile. Lunedì 21 aprile, l'Università di Harvard ha formalmente presentato una causa presso il tribunale federale, accusando la Casa Bianca di aver ridotto ingiustamente e, secondo loro, ilegalmente, il finanziamento pubblico destinato alla ricerca scientifica e ai programmi educativi. Secondo fonti, tra cui il quotidiano The Harvard Crimson, la causa deriva dal fatto che l'amministrazione Trump avrebbe cercato di "danneggiare l'università per aver difeso i diritti costituzionali", motivo per cui l'università si sente obbligata a difendersi attraverso il tribunale. Secondo la causa, il governo avrebbe avviato una campagna incostituzionale di blocco e restrizione dell'assistenza finanziaria, che potrebbe raggiungere un ulteriore miliardo di dollari, oltre ai attuali 2,2 miliardi. L'obiettivo di tali misure è costringere Harvard a modificare la propria struttura gestionale, le politiche di assunzione di docenti e studenti, nonché a rivedere gli approcci ai programmi accademici e alla ricerca. Gli avvocati di Harvard hanno dichiarato che le condizioni proposte dal governo rappresentano un "chiaro deficit rispetto ai principi di autonomia accademica". Sottolineano che l'offerta proposta equivale o a consentire allo Stato di controllare l'università, oppure a mettere a rischio la sua capacità di innovazione scientifica e di progresso. «Il compromesso proposto dal governo è o, da una parte, subordinarsi al microgestione, o dall'altra, rischiare di trasformare le università in strumenti di politica pubblica, in violazione della Costituzione e dei principi fondamentali di libertà accademica», si legge nella dichiarazione. In particolare, la causa si concentra sull'accusa all'amministrazione Trump di aver illegalmente congelato miliardi di dollari di fondi federali destinati al finanziamento di ricerche presso Harvard e le sue filiali. Come sostiene l'università, quest'azione mira a esercitare pressione sulla istituzione per costringerla ad apportare modifiche nelle sue strutture interne e nelle politiche, in contrasto con le leggi e la Costituzione del Paese. Ricordiamo che il 10 marzo l'università ha temporaneamente sospeso il reclutamento di nuovi docenti e personale amministrativo a causa dell'"incertezza finanziaria". La decisione è stata comunicata a seguito di un peggioramento della situazione economica, che, secondo i vertici, è stato causato da un'intensificazione dei controlli da parte dell'amministrazione di Donald Trump e dall'aumento delle pressioni politiche di limitazione e controllo sull'università. A fine marzo, i media hanno riferito che l'amministrazione Trump aveva iniziato attivamente a ridurre o a interrompere del tutto il finanziamento federale a Harvard. In particolare, si parlava di un possibile congelamento fino a 9 miliardi di dollari di finanziamenti, nel contesto di misure più restrittive contro le presunte manifestazioni di antisemitismo all’interno dell’istituto. Il 15 aprile è stato ufficialmente annunciato che l'università si rifiuta di rispettare le nuove richieste dell'amministrazione, compresa una maggiore supervisione statale sulle decisioni interne e sui processi di gestione. L’università ha sottolineato di ritenere tali richieste illegali e incostituzionali, e quindi improbabile che le rispettino. La stampa locale ha riportato che l’amministrazione Trump valuta di riconsiderare la fornitura di quasi 9 miliardi di dollari di finanziamenti, concentrando gli sforzi sul rafforzamento del controllo sulle attività dell'università e delle sue filiali. Questa disputa sta già suscitando un notevole dibattito tra il pubblico e le comunità accademiche. Per Harvard, questo procedimento giudiziario non è solo un tentativo di difendere i propri interessi economici, ma anche una battaglia per preservare i propri standard accademici e l’indipendenza da interventi politici. Per l’amministrazione Trump, rappresenta un'altra occasione per aumentare il controllo sugli istituti di istruzione superiore e affermare la propria visione delle riforme nel settore dell’educazione e della ricerca. Il processo in tribunale continuerà e i suoi esiti potrebbero influenzare non solo il destino di una delle università più prestigiose degli Stati Uniti, ma anche il futuro del sistema di finanziamento per la ricerca scientifica e dell’autonomia del settore accademico nel paese.

Source