Rivelazione di dati segreti nelle chat di Signal: cosa nascondono i alti funzionari degli Stati Uniti

Chas Pravdy - 21 Aprile 2025 08:50

Nell'ultimo episodio della serie di scandali legati alla sicurezza e alla riservatezza dei vertici del governo americano, sono emersi nuovi dettagli su come i funzionari di alto livello condividessero informazioni sensibili in messaggistiche private. I media hanno ottenuto informazioni secondo cui il ministro della Difesa degli Stati Uniti, Pitto Ghegset, gestiva una chat di gruppo riservata sull'app Signal, in cui erano presenti suoi parenti – la moglie e il fratello – nonché il suo avvocato personale. E nella stessa chat, il funzionario discuteva di operazioni militari importanti e di strategie, in particolare riguardo all’attacco agli yemeniti Houthi. I messaggi trapelati ai media si basano su testimonianze di fonti e sull’analisi di diversi interlocutori anonimi delle agenzie Reuters e CNN. Secondo queste, questa chat era stata creata durante un acceso procedimento parlamentare in cui si valutava la conferma della candidatura di Ghegset a ministro della Difesa. Si segnala che la chat di gruppo non aveva mai avuto uno status formale di pianificazione militare o comunicazione riservata: si trattava di discussioni su questioni amministrative, scambio di opinioni sul tandem dell’agenda e sulle strategie, con oltre 10 partecipanti. Tuttavia, secondo fonti, anche dopo che Ghegset ha ufficialmente assunto la carica, ha mantenuto accesso e continuato a utilizzare questa chat per condividere informazioni. E, già dopo la nomina, ha condiviso dettagli sulle operazioni che hanno suscitato grande dubbio e preoccupazione tra analisti e avversari politici. In particolare, nella chat si discutava di un dettagliato programma di attacchi aerei nella regione, che in seguito è diventato oggetto di analisi approfondite e perfino di pubblicazioni sul magazine The Atlantic. Si è scoperto che il redattore Geoffrey Goldberg è stato accidentalmente inserito in una chat separata di Signal, in cui si discutevano segreti militari. Fonti tra i giornalisti internazionali e americani riferiscono che nelle conversazioni si parlava non solo di piani strategici degli attacchi, ma anche di scadenze temporali e logistica delle operazioni. Ciò mette in discussione la sicurezza dei segreti di stato e il livello di controllo sulla circolazione di tali informazioni critiche. Anche rappresentanti del Dipartimento della Difesa hanno espressamente dubitato della capacità di Ghegset di mantenere fiducia e stabilità nel ruolo dopo l’emergere di queste notizie. In risposta alle fughe di notizie, il portavoce del Pentagono, Sean Parnell, ha categoricamente negato l’esistenza di informazioni segrete in queste chat. Attraverso il social network X (ex Twitter), ha dichiarato che tutte le discussioni erano pubbliche e innocue, e che le informazioni diffuse sono il risultato di tentativi da parte dell’opposizione di screditare il ministro. Parnell ha sottolineato che i materiali giornalistici si basano esclusivamente sui testimonianze di ex colleghi insoddisfatti, i cui motivi rimangono discutibili. Anche la Casa Bianca ha reagito a questa vicenda: la portavoce Anna Kelly ha osservato che ci sono tentativi da parte di ex funzionari e “whistleblower” di distorcere i fatti per indebolire l’azione amministrativa del presidente. Ha sottolineato che questa storia conferma ancora una volta che nel chat non c’erano informazioni ufficiali segrete, e che qualunque altra affermazione è parte di speculazioni informatiche. Il contesto di questa vicenda è strettamente intrecciato con una serie di altri scandali e cambi di personnel nel vertice della difesa americana. In particolare, a seguito di indagini e di diffusioni di leak, ci sono state massicce dimissioni di alti funzionari del Pentagono: il capo del dipartimento dell’ufficio del sottosegretario alla Difesa Colina Cerolla, il consigliere di Ghegset Dene Coldellu, e il vice capo dell’ufficio Darrin Senlika. Contestualmente, alcuni funzionari sono destinati a un riqualificazione – ad esempio, il capo dell’ufficio del ministro Joe Kasper è in fase di preparazione a un nuovo ruolo, per preservare la loro esperienza e competenza. Ma gli scandali non si limitano al settore della difesa. Si sa che, in un’atmosfera politica estremamente tesa, anche l’amministrazione Trump è finita in uno scandalo di grande risonanza dopo che il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Woltz e il suo team hanno creato diversi chat su Signal per coordinare iniziative di politica estera e sicurezza. In queste piattaforme si discutevano questioni importanti riguardo all’Ucraina, alla situazione a Gaza, alla politica nel Medio Oriente, Africa ed Europa, suscitando ampie critiche e condanne da parte dell’opposizione e di esperti. In sintesi, questa serie di eventi sottolinea quanto il sistema di sicurezza legale e militare degli Stati Uniti sia vulnerabile nel XXI secolo. La scoperta e i leak di documenti interni attraverso strumenti di messaggistica comodi, ma a volte poco affidabili, mettono in discussione la capacità delle istituzioni di mantenere segrete le informazioni. Allo stesso tempo, le alte gerarchie stanno iniziando a rendersi conto che il controllo sui dialoghi privati e le discussioni resta un compito difficile nell’epoca digitale, e le massicce riforme di personnel e le indagini interne non rimangono più solo questioni interne dell’amministrazione.

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