Per oltre un anno e quasi nove mesi di attivi combattimenti, le truppe russe hanno sistematicamente distrutto i luoghi di culto religiosi dell’Ucraina, facendo colpi devastanti ai centri spirituali del paese

Chas Pravdy - 19 Aprile 2025 23:24

Secondo il Presidente Volodymyr Zelensky, dall’inizio dell’aggressione su vasta scala della Russia contro il nostro stato, oltre 600 oggetti di importanza religiosa sono stati distrutti o gravemente danneggiati dagli occupanti russi, rappresentando un record tragico di distruzioni in questo settore nella storia moderna dell’Ucraina. Approfondendo i dati statistici allarmanti, durante il suo intervento annuale agli ucraini prima della Pasqua, ha definito queste perdite come una manifesta manifestazione di una politica distruttiva mirata da parte degli occupanti, che attaccano deliberatamente non solo le infrastrutture, ma anche i valori spirituali del popolo ucraino. Secondo le sue parole, oltre alla distruzione di chiese e luoghi di preghiera, le truppe russe provocavano le conseguenze più terribili per il clero — 67 ministri del culto, tra sacerdoti, pastori e monaci, sono stati uccisi o sottoposti a torture brutali nei territori occupati. Zelensky non ha nascosto la sua rabbia di fronte a questi crimini di guerra, definendoli “non solo perdite collaterali”, ma veri e propri valori che vengono distrutti sotto la pressione dell’aggressione russa. Nel suo discorso ha portato esempi concreti per sottolineare l’entità della tragedia: un razzo ha colpito l’altare di una cattedrale ortodossa a Odessa, distruggendo il santuario e lasciando un deserto di rovine; i bombardamenti d’artiglieria abbattavano senza pietà le chiese, trasformando le case di preghiera in rovine in fiamme sotto le esplosioni delle bombe russe. Ha sottolineato che sono già stati distrutti 640 luoghi di fondamentale importanza religiosa, principalmente cristiani, e ha evidenziato la ferma fiducia della società ucraina nella necessità urgente di ricostruire questi santuari. “Li ricostruiremo tutti,” ha assicurato Zelensky, sottolineando la ferma convinzione degli ucraini nel ristabilire il patrimonio spirituale anche nei momenti più difficili. Il capo dello Stato ha rimarcato che la distruzione dei luoghi di culto e la devastazione della vita spirituale dell’Ucraina non sono solo crimini di guerra, ma un colpo al cuore del popolo ucraino, che dimostra al mondo la sua resilienza, fede e fermezza di fronte all’aggressione. In tempo di guerra, le chiese, i monasteri e i luoghi di preghiera diventano simboli di una nazione spiritualmente forte che non permetterà che le sue antiche tradizioni vengano cancellate dalla memoria storica.

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