La Cina ha presentato una formale protesta riguardo alle accuse di Zelensky sulla fornitura di armi alla Russia

Chas Pravdy - 18 Aprile 2025 19:29

Pechino ha categoricamente respinto qualsiasi accusa di fornire armi letali ai paesi coinvolti nella guerra contro l’Ucraina, affermando che la sua politica in questa materia è coerente e di principio. Ciò si adatta alle esigenze di una situazione che sta assumendo connotazioni politiche e diplomatiche, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky circa possibili forniture di armi da parte della Cina alla Russia. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lín Jiāng, ha sottolineato ufficialmente che la Cina non ha mai, né in nessuna circostanza, fornito mezzi letali a nessuna delle parti coinvolte nel conflitto in Ucraina. Nella sua dichiarazione ha evidenziato che il paese controlla rigorosamente e, sotto nessuna condizione, permette la fornitura di armi di uso duale, che potrebbero essere impiegate nelle operazioni militari. Practicamente, la risposta della Cina è stata un’eco del suo intento di mantenere un ruolo neutrale nel vasto conflitto internazionale, sottolineando che la sua politica rimane coerente e ferma nell’obiettivo di promuovere la pace. Nel commento Lín ha affermato che “la parte cinese non ha mai fornito armi letali a nessuna delle parti del conflitto” e ha sottolineato l’importanza di “un rigoroso controllo delle merci a duplice uso”. Secondo il rappresentante, questa strategia diplomatica fa parte degli sforzi della Cina di prevenire un’escalation del conflitto e di sostenere attivamente gli sforzi diplomatici per raggiungere la pace. Il contesto di questa dichiarazione è stato l’annuncio, già il 17 aprile, delle informazioni fornite dal presidente ucraino Zelensky. In briefing, ha dichiarato di aver ricevuto intelligence che indicano come la Cina stia partecipando attivamente alle forniture di armi alla Russia. Secondo Zelensky, alla Russia arrivano presumibilmente colpi di artiglieria e polvere da polvere cinese, e i produttori cinesi, secondo le sue fonti, stanno conducendo un’intensa produzione di armi sul territorio russo. Dal punto di vista ucraino e dei paesi occidentali alleati che sostengono Kiev nella sua lotta per la sovranità e l’integrità territoriale, il ruolo della Cina nel conflitto è estremamente importante e al tempo stesso controverso. Numerosi paesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti accusano Pechino di avere stretti legami economici e diplomatici con il Cremlino, sottolineando che questa cooperazione fornisce alla Russia un sostegno considerevole nella sua aggressione militare. Nonostante la protesta ufficiale di Pechino e i tentativi della diplomazia cinese di mantenere una posizione neutrale, la situazione resta tesa. Sono ancora in discussione la fiducia della comunità internazionale nelle dichiarazioni della RPC, poiché le forniture di armi segrete o l’intensificarsi dell’aiuto militare alla Russia rimangono oggetto di numerose speculazioni e indagini investigative. Pertanto, il conflitto diplomático sul ruolo della Cina nella guerra in Ucraina continua, e la sua risoluzione richiederà non solo dichiarazioni ufficiali, ma anche prove concrete e indagini trasparenti. In Ucraina e tra gli alleati occidentali si discute attivamente sulla possibilità di rafforzare il controllo sul commercio internazionale di armi, per evitare che vengano usate in conflitti bellici. Nel frattempo, Pechino conferma il proprio impegno alla politica di non ingerenza, pur non nascondendo il proprio interesse nel mantenere la stabilità nella regione e nel favorire il dialogo diplomatico.

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