La Commissione Europea ha rinunciato all’idea di vietare l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) russo: cosa c’è dietro questa decisione

In un clima di tensione crescente tra sanzioni energetiche e manovre politiche, gli attori principali dell'Unione Europea hanno scelto comunque una strategia di cautela nei confronti del GNL russo. Secondo informazioni ottenute da fonti della Commissione Europea e confermate dall'agenzia Reuters, attualmente Bruxelles ufficiale si rifiuta di imporre un divieto sull'importazione di GNL russo nel prossimo pacchetto di sanzioni anti-russia. Secondo interlocutori di "Europa La Stampa", la decisione di non supportare tale divieto è stata presa dopo consultazioni con i paesi membri dell'UE, che hanno espresso posizioni varie sulla questione. In primo luogo, il rifiuto viene motivato da timori circa le possibili conseguenze economiche e politiche: alcuni governi segnalano che l'introduzione di un simile limite potrebbe creare un'ulteriore instabilità energetica in un contesto già di per sé teso, caratterizzato da guerra e sanzioni. Un altro fattore importante è l’incertezza nelle ricerche di fonti alternative di gas. Il GNL russo rimane al momento una delle principali risorse energetiche per i paesi dell’UE, e le autorità ufficiali temono che un divieto totale potrebbe portare a un aumento significativo dei prezzi, a una diminuzione della sicurezza energetica e perfino alla creazione di nuove dipendenze. Tra gli argomenti addotti anche il timore di complicazioni nelle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, che sono il terzo fornitore di gas dell’Europa, dopo Russia e Norvegia. Questa decisione ha sorpreso gli analisti in Europa, dato che ancora a gennaio la Commissione Europea considerava possibile vietare l’importazione di GNL russo. Allora, si prevedeva di includere tale divieto nel sedicesimo pacchetto di sanzioni, ma ora questa idea è stata abbandonata e al suo posto sono stati inseriti nei documenti nuovi piani strategici per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. All’inizio di maggio si prevede la pubblicazione di una road map che, secondo fonti, dovrebbe aiutare l’UE a eliminare completamente l’influenza delle forniture energetiche russe entro il 2027. I dettagli di questo piano sono ancora segreti, ma si sa che l’obiettivo principale è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e lo sviluppo attivo di risorse energetiche alternative. Nel frattempo, in Lituania si riferisce che nel 17° pacchetto di sanzioni potrebbero essere inclusi specifici provvedimenti contro le strutture russe, in particolare "Rosatom", e possibilmente l’introduzione di restrizioni sulle esportazioni di GNL russo e sulle attività della flotta "ombra" della Russia. Ciò indica che, sebbene sia stato rinunciato a un divieto diretto sul GNL, la questione delle sanzioni energetiche rimane sotto l’attenzione dei politici europei. In conclusione, la decisione odierna rappresenta una strategia di cautela e il tentativo di evitare ulteriori sfide nel settore energetico e politico. Al contempo, sottolinea la complessità di bilanciare la volontà di esercitare pressioni economiche su Mosca con il mantenimento della stabilità del mercato energetico interno dell’Unione Europea.